Brevoort su All-New, All-Different Marvel: Dite addio alle numerazioni alte
Come si tengono insieme novità e tradizione? Ecco la ricetta di Tom Brevoort per All-New, All-Different Marvel
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
L'abbiamo già detto varie volte. Non riteniamo che il nostro universo narrativo necessiti di essere sistemato o aggiustato. Quel che vogliamo fare non è ripartire da zero o sconvolgere ogni cosa. Semplicemente riteniamo che alcune direzioni possano cambiare per raccontare storie più interessanti per voi. All-New, All-Different Marvel giungerà dopo otto mesi dai cataclismi di Secret Wars. Un sacco di cose saranno familiari nel senso più ampio del termine, ma in quel periodo di tempo sarà successa ogni sorta di cose ai nostri personaggi. Ed è quindi chiaro che moltissimi di loro ne risulteranno inevitabilmente cambiati. Nuovi.
Da un lato, non abbiamo alcuna intenzione di fare in modo che l'Universo Marvel risulti alieno alla gente, in particolare non a coloro che seguono i nostri fumetti da tanti e tanti anni. Ma, detto questo, vogliamo sorprendervi, scioccarvi e interessare un sacco di nuovi lettori, rivenditori e fan come abbiamo sempre fatto quando abbiamo dato il meglio di noi.
Si tratta di un processo in corso da tempo, forse da sempre, cui daremo un'accelerata ulteriore. Quel che stiamo cercando di fare è una cosciente operazione di concentrazione sulla realtà e su com'è cambiato il mondo negli ultimi anni. Secret Wars e All-New, All-Different Marvel, come operazioni narrative, sono l'occasione perfetta per farlo di più e meglio.
Axel credo parlasse di una tendenza del mercato odierno. Noi non crediamo che un format, una soluzione, una formula possano valere per tutti i nostri prodotti. Non è così. Storie e personaggi diversi devono avere e avranno approcci diversi. Non è che questa cosa non accadra: cavolo Brian Michael Bendis lavora già così da una vita. Ma sappiamo che non tutti gli autori lavorano bene con la stessa formula. Valuteremo caso per caso.
Dopo aver evitato un jab dell'intervistatore sull'incerto futuro dei Fantastici Quattro ricordando che mancano ancora cinque numeri di Secret Wars, Brevoort ha parlato del fatto che, probabilmente, diremo addio alle serie di lunghissima durata e alle numerazioni interminabili del fumetto mainstream come lo conosciamo.
Mi mancherà da un lato e dall'altro no. Da un lato c'è il diffusissimo sentimento della nostalgia, che moltissimi fan del fumetto condividono e provano in modo viscerale. Ma io devo seguire quel che mi dice il pubblico, la direzione che detta il mercato. Inoltre è una questione di approccio. Per me, quello che conta, è quel che sta dentro un volumetto, non il fatto che sia il #600 o così via. Capisco che sia stato importante questo aspetto della nostalgia, ma davvero è quello il motivo per cui un nostro lettore dovrebbe essere tale?
Quel che voglio io sono grandi storie, che prendano spunto dal passato, ma che guardino al futuro. Se ho per le mani un buon fumetto, non mi importa affatto della sua numerazione. Capisco i legittimi dubbi sull'archiviazione delle uscite, sulle difficoltà per i completisti nel recuperare gli arretrati, ma non sono al centro della mia attenzione. Il mio lavoro è fare in modo che i nostri autori continuino a lavorare al meglio e vi consegnino il miglior materiale possibile.
Fonte: Newsarama