Borat 2: i poster del film rimossi dai bus di un dipartimento di Parigi dopo le proteste della comunità musulmana

Borat 2 si ritrova nell'occhio del ciclone di un tema molto caldo che, di recente, è tornato ad avere conseguenze molto gravi e drammatiche

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Borat 2 si ritrova nell'occhio del ciclone di un tema molto caldo che, di recente, è tornato ad avere conseguenze molto gravi e drammatiche: quello della libertà di espressione e il difficile rapporto con parte del mondo musulmano.

Variety segnala infatti che i poster di Borat 2, anzi Borat - Seguito di film cinema, sono stati rimossi dagli autobus circolanti nel dipartimento parigino dell'Essonne in seguito alle poteste della locale comunità musulmana. La TICE, il gruppo di trasporti regionali, ha rimosso i materiali promozionali dopo che, nel corso del fine settimane, è esplosa una protesta, che ha visto coinvolti anche alcuni autisti dei mezzi, che hanno definito il poster come "provocatorio, irrispettoso, un insulto" verso l'Islam.

La RATP, il servizio pubblico parigino, si è rifiutata di adottare un'analoga decisione. La "pietra dello scandalo" è il ben noto poster in cui Borat appare seminudo, con addosso un mankini la cui mascherina è strategicamente posizionata sulle parti basse, e un anello in cui, in arabo, c'è inciso Allah. Ricordiamo che il personaggio fittizio di Borat è originario del Kazakistan un paese dove la religione più diffusa, al 72%, è proprio l'Islam.

L'area dell'Essonne si è già trovata al centro della cronaca qualche settimana fa per via della decapitazione di un professore avvenuta come conseguenza di una lezione focalizzata sulla ripubblicazione delle ben note caricature di Maometto di Charlie Hebdo che nel 2015 trasformarono la redazione del giornale satirico in bersaglio dei terroristi islamici.

Come riportato da Repubblica:

L'attacco è avvenuto poco prima delle 17, in concomitanza con la fine delle lezioni. L'aggressore, ucciso dalla polizia municipale allertata da alcuni testimoni, ha urlato “Allah Akbar” prima di compiere il suo massacro. Le immagini dell'insegnante decapitato sono poi state postate sul profilo Twitter dell'aggressore con un messaggio di rivendicazione: “Allah, ho ucciso un cane dell'Inferno che ha osato infangare il tuo nome”.

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