BOOM! Studios: Simon Spurrier uccide e reinventa l'epic fantasy con Coda

Spurrier e Bergara lanciano Coda, un fantasy post-moderno con malinconia per il classico

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Si aspettava dall'ultimo autunno la nuova serie di Simon Spurrier per i BOOM! Studios. Lo sceneggiatore l'aveva definita come un'opera tolkeniana e un epic fantasy. Sapevamo che si sarebbe intitolata Coda, ma non c'erano grandi dettagli a disposizione.

Comic Book Resources ci ha rivelato che si tratta di una miniserie di dodici numeri disegnata da Matias Bergara, al debutto il mese prossimo nelle fumetterie americane, e ha intervistato lo sceneggiatore, l'artista e l'editor Eric Harburn.

Coda #1, variant cover di Jeff Stokley

Spurrier - Ho sempre voluto realizzare una storia epic fantasy, ma ogni volta che ci ho provato, mi accorgevo che il mio cervello si rifiutava. Per dirla in modo poco gentile, mi sentivo appesantito da strati e strati di luoghi comuni e di idee riciclate all'infinito che assediano il genere, come sei decenni di piaghe da decubito. Il seguace tolkeniano medio si prende così terribilmente sul serio che, a volte, sembra che l'unico modo per evitare di cadere nel cliché sia scrivere qualcosa di cinico e beffardo, una storia che non fa altro che parodizzare il genere. Il che, alla luce della gioia che il fantasy mi ha regalato da piccolo, mi pareva troppo cattivo persino per me.

A un certo punto ho realizzato che è come se il genere fosse affetto da una sorta di indice di forza relativa letterario: ogni volta che lo lasci pascolare libero per i campi sicuri e già noti, non fa che procurarsi infortuni sempre peggiori. Al che ho deciso che la cosa più corretta da fare era portarlo all'aperto e sparargli. L'epic fantasy è morto. Mi spiace, ragazzi. Coda è quel che succede la mattina dopo il funerale.

E, pensa un po'... la vita continua. La gente crede ancora nell'amore, continua a faticare, soffrire, combattere. Semplicemente, deve adattarsi a un mondo a cui manca qualcosa che un tempo era venerata, su cui si faceva affidamento. In Coda, questa cosa è la magia. Non molto tempo fa, il mondo ne era saturo. Intere società sono cresciute, hanno funzionato e hanno combattuto grazie ad essa. E poi, un crollo. Ora non ce n'è praticamente più e tutti devono adattarsi, in fretta.

Il risultato è una storia colma di quella tristezza malinconica che si prova quando un mondo cambia, cosa che ricorda un po' il Selvaggio West, ma anche traboccante di energia ed eccitazione. Nuove frontiere, nuove idee, nuove opportunità. E nuovi modi di avere a che fare con la gente che sa solo guardarsi alle spalle. Oh, anche nuove ragioni per ridere.

Il personaggio principale della storia è Hum, un viaggiatore in compagnia di un unicorno mutante, che di corna ne ha pertanto cinque, dalla personalità piuttosto focosa.

La sua personalità si è manifestata da sola, come risultato dell'ambiente in cui lo immaginavamo. Ci siamo tuffati in quello stoicismo, in quella quiete che si trova spesso nei protagonisti dei migliori western (e dei due bei film della quadrilogia di Mad Max), pensando immediatamente a una persona di poche parole, molto calma e controllata, ma, come una molla in tensione, pronta a entrare in azione. E immersa in una triste forma di smania.

Ci siamo trovati con questa adorabile idea di misantropo affetto da solitudine: un tizio che non si fida ed è irritabile in mezzo alla gente, ma che detesta stare da solo.

Questo ci ha suggerito la sua storia: la ricerca dell'unica e sola persona che abbia conosciuto che riesce a sopportare. Ci sono, vi avverto, molte svolte lungo la trama. Non credete mai a quel che vi dice un uomo innamorato.

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Ma c'è anche il tema della ricerca delle parole, di una forma poetica di espressione, nel viaggio di Hum, che in qualche modo è anche l'autore di un diario, un bardo che vuole scrivere una saga piena di stupidaggini su cavalieri, signori e stregoni, ma che per ora scrive solo per sé.

E per il proprio inusuale destriero, figlio della voglia di distanziare Hum dal classico paladino del fantasy, che invece Coda non manca di prendere in giro. Così come Mad Max ha la sua Interceptor V-8, la macchina più notevole del mondo, Hum è provvisto di un adorabile pentacorno dagli istinti omicidi.

Coda #1, variant cover di Jae Lee

Bergara - Questo è il miglior incarico possibile per un artista come me. Adoro il fantasy e la maggior parte dei disegnatori a cui mi ispiro sono parte di quel mondo.

Credo che le mie influenze saranno molto evidenti nel corso di Coda. Amo le creature bizzarre, l'azione e gli spazi aperti. Ci sarà un sacco di roba mistica o di cose oscure che popolano il folle mondo della serie, che non vedo l'ora possiate ammirare.

Harburn - Simon è uno dei primissimi scrittori con cui ho lavorato dopo aver iniziato a lavorare con i BOOM!. Poter seguire per più di sei anni Six-Gun Gorilla, Weavers e Godshaper è stato un assoluto privilegio e, a questo punto, non riesco a immaginare di non collaborare con Si, in qualche forma.

Come sapete, è una forza della creatività notevole, ma anche uno scrittore di fumetti che sa fare il gioco di squadra, cosa che penso sarà evidente quando Coda arriverà nelle fumetterie.

Il lavoro di Matias è sottovalutato a livelli criminali, ma credo che da maggio le cose cambieranno. Per lui, questa serie è un manifesto. Matias è stato dietro alla creatività di Si, giocando con lui alla pari, e il risultato è una serie fantasy vitale, viscerale, volubile, che racconta qualcosa di veramente nuovo in questo genere letterario così abusato.

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Fonte: Comic Book Resources

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