Bob Iger su come cambierà il cinema e sulle "gravi ferite" inferte dal Covid-19

Bob Iger, ha parlato dei cambiamenti in corso nel mondo del cinema e dell'intrattenimento e degli effetti della pandemia

Redattore per badtaste.


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Nel corso di una lunga intervista con il New York Times, l'ex-amministratore delegato di The Walt Disney Company, Bob Iger, ha parlato dei cambiamenti in corso nel mondo del cinema e dell'intrattenimento e degli effetti della pandemia sul grande schermo:

Credo che il Covid abbia accelerato un cambiamento, visto che già prima della pandemia c'era una crescita di questi servizi streaming. Quello che il Covid ha fatto è stato costringere le persone a restare in casa, ma l'esigenza di intrattenersi c'è sempre stata, perciò si è riversata su quella che chiamo la televisione delle applicazioni, o intrattenimento delle applicazioni. Ci hanno preso davvero gusto e hanno cominciato non solo ad apprezzare, ma si sono resi conto che c'è una scelta elevatissima. C'è qualità per tutti, e il lato positivo per tutti i talenti coinvolti è che grazie alla tecnologia, che permette più distribuzione e consumo, c'è anche una crescita del prodotto. Si sta producendo di più.

Quanto alla possibilità che lo streaming sia "la morte" del cinema vissuto in sala:

Non credo si possa parlare di morte, credo che il cinema abbia sofferto ferite gravi che potrebbero non rimarginarsi. Ma non intendo che siano ferite fatali, potrebbero esserlo solo in alcuni casi.

[...]

Credo che la gente continuerà ad andare al cinema, ma saranno maggiori le volte in cui si chiederà: "Un momento, merita di essere visto sul grande schermo o posso aspettare o magari neanche aspettare e vederlo direttamente a casa?".

Se pensate a Spider-Man (No Way Home) che la Marvel e la Walt Disney Company hanno prodotto per la Sony, c'è stato un delirio per vederlo al cinema nel primo fine-settimana. Ci sono film come quello, ma anche tanti altri film che non rientrano in questa categoria, o che non hanno bisogno di un'esperienza gigante. Quello che credo è che ci saranno meno film per il grande schermo.

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