Blade Runner 2049: lo sceneggiatore parla del finale e delle influenze dell'Universo Cinematografico Marvel!
Lo sceneggiatore di Blade Runner 2049 discute di un paio di questioni decisamente interessanti
Bene, fatta questa doverosa premessa, possiamo andare avanti.
In questa chiacchierata, Green ha discusso di svariate questioni, fra le quali l'epilogo del lungometraggio e le (palesi) ambizioni seriali.
Dobbiamo credere alla morte di K alla fine del film?
Sono rimasto abbastanza sorpreso del fatto che ci sia qualcuno che ha pensato che K non sia morto. Posso dire questo: il fan-non casuale potrebbe riconoscere l'indizio musicale presente in quel frangente [Time to Die, ndr.].Mi sembra che la porta sia stata lasciata aperta per un sequel.
Tanti studios e tanti possessori di diritti di sfruttamento cinematografico di proprietà intellettuali hanno osservato il successo della Marvel, che tutti noi adoriamo e cerchiamo di replicare. Per me la lezione dei Marvel Studios è: non si deve cominciare con la costruzione di un universo. Devi partire con una storia che merita di essere raccontata. E se si tratta di una vicenda grandiosa, diretta bene e interpretata a dovere, farà breccia nel pubblico e diventerà il buco nero attorno al quale si formerà la galassia. Se parti col procedimento opposto, l'universo prima del film che vale la pena guardare, ci saranno problemi di non poco conto. In nessun momento della creazione di Blade Runner 2049 o della sua sceneggiatura abbiamo discusso di potenziali spin-off o di come potrebbe proseguire. Abbiamo sempre lavorato al motto di "cerchiamo di focalizzarci su quello che vogliamo raccontare e vediamo di dare vita a qualcosa che sia degno del titolo che porta".
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La pellicola è diretta da Denis Villeneuve (Sicario, Prisoners). A occuparsi della distribuzione saranno la Warner Bros. (nel Nord America) e la Sony Pictures (nel resto del mondo).
Nel cast Ryan Gosling, Harrison Ford, Jared Leto, Robin Wright, Dave Bautista, Barked Abdi, Mackanzie Davis e Ana de Armas, il film sarà ambientato alcuni decenni dopo l’originale di Ridley Scott del 1982.
La sceneggiatura è opera di Hampton Fancher (co-autore della sceneggiatura dell’originale) e Michael Green, i due si sono basati su un’idea di Fancher e Ridley Scott, che è produttore esecutivo del film. Roger Deakins, nominato a 13 premi Oscar, è il direttore della fotografia.