Bad Robot: il capo della divisione tv Ben Stephenson racconta la società di J. J. Abrams

Ben Stephenson, approdato dalla BBC alla Bad Robot di J. J. Abrams, ha raccontato il proprio percorso all'interno della società produttrice di titoli come Westworld

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Spoiler Alert
Nel 2015, Ben Stephenson lasciò la natia Inghilterra per approdare negli Stati Uniti, dopo aver lavorato per anni alla BBC. Il suo scetticismo era alle stelle nei confronti delle sfide che spesso affliggevano gli inglesi trasferitisi a Hollywood. "Non volevo scomparire nello sfondo", dice Stephenson, 41 anni, che ha sfornato successi critici come Sherlock, Happy Valley e Peaky Blinders durante i suoi otto anni a capo dei prodotti drammatici dell'emittente britannica. "Volevo essere in grado di realizzare serie tv."

Il suo lavoro negli USA è iniziato con una cena tra lui e J. J. Abrams, che era a Londra per girare Star Wars: Il risveglio della Forza, in cui i due ebbero un coinvolgente confronto sul condiviso amore per La Finestra sul Cortile di Hitchcock. Da quando è stato nominato capo della TV presso la compagnia di Abrams nel marzo 2015, Stephenson è stato incaricato di capire che cosa, esattamente, "Bad Robot 2.0", come lo descrive, dovesse essere. Ci sarà ancora un sacco di sci-fi, incluso il Westworld della HBO, che è tornato per la sua seconda stagione il 22 aprile, e Castle Rock di Hulu, l'antologia di Stephen King prevista per quest'estate.

Tre anni dopo il suo arrivo in America, Stephenson - che vive con il compagno, lo sceneggiatore Tom Rob Smith (American Crime Story: L'Assassinio di Gianni Versace) a Santa Monica - ha rilasciato un'esaustiva intervista all'Hollywood Reporter, in cui ha svelato di aver lasciato la BBC "prima di stancarmi della rete, e prima che la rete si stancasse di me."

Parlando di Castle Rock, Stephenson ha rivelato: "È una sorta di antologia. Ogni stagione può presentare o meno lo stesso cast. È la storia della città - e c'è una chiesa e ci sono delle case, e questo non cambierà. Ma ogni [stagione] guarderà la città dal punto di vista di un personaggio diverso. Alla fine, l'idea è che questo sia tutto un grande mondo collegato dove i personaggi coesistono nello stesso universo."

Riguardo la grande riservatezza dei progetti di Bad Robot, Stephenson non ha avvertito grande differenza rispetto al passato nella BBC. "Ero abituato a custodire segreti su Doctor Who e EastEnders alla BBC. Viviamo in un mondo di social media in cui le sorprese sono rare, quindi tenerle al sicuro per il pubblico è un grande dono."

Non è mancato un riferimento ai movimenti #MeToo e #TimesUp: "Westworld è un meraviglioso esempio. Sospetto che qualcosa di cui la gente non si rendesse conto è che, alla fine, gran parte di quello spettacolo riguarda i personaggi di Thandie Newton ed Evan Rachel Wood che parlano e si sono schierati contro gli uomini che ne hanno abusato - in un modo che è ovviamente godibile, ma ha anche cose molto profonde e complesse da dire."

In merito a J. J. Abrams, infine, Stephenson ha sottolineato il ruolo in prima linea del capo di Bad Robot nelle decisioni artistiche inerenti le sue produzioni: "Aggiunge valore dove sa di poter aggiungere valore. Non avrebbe senso seguire i quotidiani dettagli di ogni singolo titolo; quello è il mio lavoro. Ma in tutti i principali punti di svolta degli show più importanti, in particolare nella prima stagione, sia che si tratti del montaggio di un episodio o della sceneggiatura, [Abrams] interviene e dà il suo punto di vista."

Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: Hollywood Reporter

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