Beau ha paura: la spiegazione di alcuni momenti del film secondo Ari Aster

Ari Aster commenta i passaggi principali del suo nuovo lavoro, Beau ha paura, e racconta un retroscena sull'ambientazione del film

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Spoiler Alert

In un'intervista con Indiewire, Ari Aster ha avuto modo di commentare i passaggi principali del suo nuovo lavoro, Beau ha paura, ora nelle sale italiane (LEGGI LA RECENSIONE). La black comedy con protagonista Joaquin Phoenix propone una narrazione eccentrica densa di simboli e metafore, su cui il regista fa luce, raccontando anche un retroscena sull'ambientazione del film. Non proseguite la lettura se non avete ancora visto il film e non volete incappare in pesanti SPOILER.

L'ambientazione di Beau ha paura spiegata da Ari Aster

Beau ha paura si svolge in un mondo completamente fittizio. All'inizio, il protagonista, tornando a casa, si aggira per una strada dominata da personaggi violenti e indisciplinati che si muovono nel sudicio isolato intorno al suo angusto appartamento. La scena è stata girata a Montreal, in un set che Aster ha popolato di finte pubblicità, giornali inventati e graffiti volgari (alcuni dei quali disegnati da lui stesso). Questo ambiente contribuisce a trasmettere il senso di minaccia che circonda Beau a ogni angolo.

Aster ha conservato diversi file dove ha indicato piccoli dettagli che voleva inserire nel mondo, molti dei quali non sono effettivamente presenti nel montaggio finale. "Se il nome di una band o di un prodotto mi faceva ridere, lo scrivevo", commenta. "Questi documenti Google contenevano tutti i nomi stupidi che mi venivano in mente. C'erano alcune bibbie diverse, per i nomi dei prodotti, per le idee per popolare il mondo. Era bello averne troppe". Questo approccio ha fatto sì che il viaggio di Beau, pur essendo all'insegna della stravaganza, mantenesse una sua logica interna:

I fumettisti lo chiamano "grasso di pollo" (chicken fat). Quando ci si trova di fronte a qualcosa di così denso di dettagli, in cui l'artista ha posto tanta attenzione nel costruire davvero qualcosa, penso che come spettatore ci si senta rispettati e quindi si rispetti quella cosa. Questa è la filosofia alla base.

Il rapporto con la madre del protagonista

La paura più grande di Beau riguarda il rapporto con la madre, che lo ha colpevolizzato fin da giovane accusandolo di aver ucciso il padre (la donna sostiene che l'uomo sia morto quando il protagonista è stato concepito). Questo contribuisce al senso di alienazione di Beau e alla sua incapacità di costruire una propria famiglia. Nel corso delle vicende, mentre guarda uno spettacolo teatrale, sogna di crescere tre ragazzi e di riunirsi a loro da vecchio. Un passaggio importante in quanto rappresenta tutte le possibilità negate al protagonista dal suo rapporto col genitore.

"La scena è quella di un uomo che viene ipnotizzato e che entra in un'opera teatrale", dice Aster a proposito dell'intermezzo di 20 minuti, che comprende una miscela colorata di scenografie e animazioni realizzate dai registi cileni Cristobal Leon e Joaquin Cosiña. "Entra in un mondo che è tutto piatto e con scenografie molto artificiali che ruotano intorno a lui. È una visione ultraterrena perché nulla nella reale esistenza di Beau lo permette".

Il finale e la possibilità di una director's cut

Il film termina con il processo intentato protagonista per i suoi maltrattamenti alla madre, mentre questi sta seduto su una barca di fronte a uno stadio affollato. Da subito, è evidente la somiglianza dell'ambiente con quello di una sala cinematografica, complice anche il fascio di luce che fuoriesce dagli spalti. Aster voleva in questo modo implicare che gli spettatori lo hanno giudicato tanto quanto lo hanno fatto con la madre del film. "Speriamo che sia in qualche modo uno specchio", le sue parole. Mentre assistiamo alla vessazione del protagonista il regista non può fare a meno di prendere a pugni la complicità del suo pubblico nello stesso gioco narrativo che lui stesso ha intrapreso.

Nel 2019, Aster aveva rilasciato una versione director's cut di Midsommar con circa mezz'ora in più rispetto a quella arrivata nelle sale. Per Beau ha paura, che dura poco meno di tre ore, non è prevista un'operazione simile. "Sono molto soddisfatto di questo montaggio", dice il cineasta, ribadendo che non ne farà un altro.

Trovate tutte le informazioni su Beau ha paura nella nostra scheda.

Cosa ne pensate delle parole di Ari Aster su Beau ha paura? Lasciate un commento!

FONTE: Indiewire

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