Batman: Scott Snyder e Greg Capullo ricordano La Corte dei Gufi
Scott Snyder e Greg Capullo ricordano i tempi esaltanti e complessi della loro prima collaborazione su Batman e il ciclo La Corte dei Gufi
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Snyder - Avevo appena terminato il ciclo The Black Mirror su Detective Comics e già quello si era dimostrato una fonte di stress maggiore di quanto potessi immaginare. Ero stato assunto dalla DC scrivere qualche storia di rimpiazzo per Paul Dini, che però passò ad altri incarichi, dal nulla mi chiesero se volessi realizzare tutte le sceneggiature di Detective per un anno. era più di quel che avessi mai sognato in DC Comics.
Essendo Batman il mio personaggio preferito, ero convinto di non essere assolutamente pronto per il compito, che ci fosse Bruce Wayne o Dick Grayson sotto la maschera. Dick non è un personaggio meno difficile, perché mostra sempre apertamente i propri sentimenti. Il fatto che fosse terrorizzato dall'idea di portare il manto di Batman e che io fotti terrorizzato dall'idea di scrivere le sue avventure rese il mio compito più facile.Bruce Wayne è molto più tosto. Le sue emozioni passano attraverso la sua riluttanza a parlarne e le persone che ha attorno le esprimono per reazione, quasi come dei sostituti, come ogni volta in cui Alfred suggerisce che Bruce dev'essere irritato. Così sappiamo che, in effetti, lo è. Il fatto è che ero spaventatissimo e che lo fui ancora di più quando mi dissero che avrei debuttato su Batman #1. Il successo, entro il numero #3 o #4, di La Corte dei Gufi fu uno shock. Mi ricordo di essere andato a una convention con la DC e che qualcuno venne da me vestito come uno dei Talon. Non avevo alcuna esperienza di questo genere di cose.
Capullo - Quella prima storia mise il personaggio di Batman completamente fuori equilibrio e, in un certo modo, questo rappresentò un nuovo inizio. Batman era convinto di conoscere Gotham alla perfezione. Scoprire che la Corte era stata lì per anni, proprio sotto il suo naso e senza che lui se ne accorgesse, cambiò le cose. La Corte è un'organizzazione vecchia di secoli, nascosta nell'ombra. Sapere che aveva tirato le fila all'insaputa di Batman dava luogo a una storia molto appassionante.
Snyder - Sono sempre stato affascinato dal fatto che i predatori naturali dei pipistrelli fossero i gufi. C'è sempre stata una relazione profonda e sfaccettata tra questi due animali anche nella mitologia di Batman. Da vecchie e dimenticate storie in cui c'erano dei personaggi ispirati ai gufi alla strana e bizzarra vicenda della famiglia Wayne. E poi ci sono elementi interessanti che Grant Morrison ha infilato nel suo Owlman del Sindacato del Crimine, su Terra 3.
Ci sono sempre stati indizi di un segreto che avesse a che fare con gufi e pipistrelli, a Gotham, quindi sapevo bene che genere d iconografia utilizzare. Era divertente, perché mi era toccato quasi litigare con la DC su questo punto. Una delle primissime, grandi diatribe editoriali che avvennero durante la storia. Credo che abbiano creato attorno a me la reputazione di persona complicata, ma dovete capire che all'epoca ero convinto che non avrei avuto altre occasioni di scrivere il personaggio di Bruce Wayne, che mi avrebbero licenziato alla fine del ciclo narrativo. Quindi, tanto valeva dare tutto quel che potevo e mettere ogni elemento personale che avessi a disposizione nella storia, perché fosse qualcosa in cui credevo.
All'epoca, lo sceneggiatore si era da poco trasferito a New York, felicissimo di lavorare finalmente nel mondo dei comics. Inoltre, era tornato nella città in cui era cresciuto, ma ritrovandola profondamente cambiata rispetto alla adolescenza. Una sensazione sconfortante e stordente che lo colpiva in un momento di passaggio della propria vita. Padre da poco, progettava con la moglie un secondo figlio. E proprio in quel momento si rendeva conto di come i cambiamenti possano essere traumatici, di come le persone cui si è voluto bene in altre epoche possano scomparire del tutto.
Snyder - Capii che il modo giusto per fare del male a Batman e dar vita a una storia drammatica interessante era tramite una versione estrema della sensazione che stavo vivendo. Aveva una fiducia colossale nei confronti della sua conoscenza di Gotham, ma la città poteva mostrargli che non era una condizione duratura e che era sempre stata una convinzione illusoria. Così facendo, lo avrebbe messo di fronte ala propria mortalità, gli avrebbe dimostrato quanto fosse piccolo, gli avrebbe insegnato umiltà e ricordato che ci sono alcuni misteri che non si possono mai risolvere.
Ci sono cose che non conosceremo mai. E poi avevo in serbo qualcosa di molto potente. Per me, i Talon erano il metodo icon cui mostrare a Batman che c'era qualcun altro nell'ombra ma opposto a lui, un predatore che lo rispecchiava e che esisteva da un sacco di tempo. Se fossi riuscito a portarli in vita e a metterli tutti a caccia di Batman, non sarebbero stati semplicemente un esercito di zombi ninja, che comunque sono, ma quasi una casa degli specchi, in cui l'eroe potesse vedere la parte della città che non conosceva, capire quanto sarebbe rimasta un segreto per lui.
Snyder paragona la trama di La Corte dei Gufi a una struttura concentrica che procede verso l'interno. Prima Bruce non crede alla sua esistenza, poi ne sminuisce l'importanza, fino a comprendere che i Talon hanno una base in uno dei suoi edifici e ammettere, infine, che la loro esistenza è intrecciata con il suo passato. Intanto Dick fa un percorso simile, capisce che la sua famiglia è compromessa con la Corte, che suo fratello ne fa parte, con sempre crescente inquietudine. Proprio quel che i Talon sono stati creati per scatenare in Batman e Dick.
Snyder - Sono molto felice di come la Corte è stata usata in generale. Avrei voluto farlo di più io stesso, in un certo senso. Avevo in mente una seconda storia che la coinvolgeva, in cui avremmo incontrato il Re Gufo. Ma avevo anche altre idee e non ero certo che avrei avuto tempo di portarle a termine. Ci sono scadenze da rispettare e solo dodici numeri all'anno a disposizione ed io volevo scrivere questa storia in due parti sul Joker, tra Morte in Famiglia e Endgame. Poi volevo raccontare la storia che sarebbe diventata Last Knight on Earth. Volevo fare un sacco di cose che non sono riuscito a realizzare e ancora ce ne sono.
Snyder ha quindi parlato di Greg Capullo come della persona che più di chiunque gli ha insegnato l'arte dello scrivere fumetti. Come lo ha fatto? In maniera non diversa da quel che lo stesso Greg ci ha raccontato, in termini più coloriti, quando lo abbiamo incontrato qualche tempo fa. Un totale rifiuto, da parte del disegnatore, della maniacale progettazione sin nel dettaglio cui Snyder era abituato.
Snyder - Nelle prime settimane di collaborazione non ci sopportavamo. C'è una serie di mail molto divertenti in cui ci battevamo il petto entrambi. Lui chiedeva che nelle sceneggiature ci fossero solo le cose più importanti e io gli rispondevo che tutto era importante, vantandomi del successo che avevo ottenuto con Black Mirror e pretendendo rispetto da parte sua. Poi, un giorno riuscii a chiamarlo al telefono. Alla DC non volevano che ci sentissimo, perché litigavamo parecchio. E gli dissi quanto in realtà fossi spaventato dall'idea di scrivere Batman, che adoravo il suo lavoro ma non lo conoscevo ancora e che lavorare con lui era diverso da quel che mi era capitato in passato, perché lo avevo fatto per lo più con stile Vertigo.
Presto capii che Greg è una persona sempre affamata e determinata a lavorare al massimo delle proprie possibilità, cosa che vale come riferimento anche per me ed è il motivo per cui resto fedele ai disegnatori con cui amo lavorare. Greg mi ha mostrato come adattarmi agli artisti.
Recentemente ho riletto La Corte dei Gufi e ne sono andato molto fiero. Non provo altro che orgoglio e gratitudine per la possibilità di raccontare una storia del genere, onestamente, sia verso i fan che verso la DC. I miei amici e le perone che mi conoscono meglio confermeranno che ho sempre creduto profondamente che la chiave per riuscire a fare quello che si vuole nelle storie sia il rapporto con i fan, non con gli editori.
Sono stato a lungo duro con la DC, specialmente mentre scrivevo questo arco narrativo. Non dico che non mi importasse dei miei editor, semplicemente che fosse più importante per me quel che piaceva ai lettori rispetto a quel che piaceva loro. E per certi versi è ancora così. Ora lavoro con editor con cui vado d'accordo e con cui posso confrontarmi apertamente. Ascolto ogni consiglio che mi arriva e spesso ne arrivano di preziosi, quando si tratta di raffinare le trame e di esprimere meglio le mie idee.
Ma all'epoca fu il fatto che i fan apprezzassero il lavoro mio e di Greg a darci la possibilità di raccontare quel che volevamo, sostenuti dai dati di vendita. Vedere la reazione della gente ci diede la possibilità di essere audaci. Sono davvero grato. Solo, vorrei essermi divertito di più, vorrei poter tornare indietro e dire alla persona che ero circa dieci anni fa che andrà tutto bene, di godersi il momento, perché era un grande momento e non solo un periodo terrorizzante. Non arrabbiarti, non dare di matto, non spaventarti e non stare in ansia tutto il tempo. Cerca di godertela.
Fonte: Games Radar