Barry Sonnenfeld e il rimpianto di avere lasciato Forrest Gump per La famiglia Addams

Barry Sonnenfeld, regista de La famiglia Addams, spiega perché rifiutò Forrest Gump per dirigere il seguito del film, rivelatosi poi un flop.

Condividi
In pochi avrebbero scommesso su La famiglia Addams di Barry Sonnenfeld. C’era un passato glorioso, fatto di storie a fumetti molto amate, la serie televisiva anni ’60 che riscosse una grande popolarità e quella animata. Eppure, quando il film arrivò nel 1991 sugli schermi sbancando i botteghini fu una piacevole sorpresa sia per il pubblico che per la contabilità della produzione.

Fu una scommessa affidare il film a Barry Sonnenfeld, un esordiente alla regia. A quel tempo era noto solo per aver lavorato come direttore della fotografia nei film dei fratelli Coen e in Harry, ti presento Sally… Il suo film segnò l'immaginario degli anni '90, imponendosi che un piccolo cult per famiglie da vedere e rivedere in televisione. La sua storia produttiva fu tempestata di cambi di proprietà, e richiese al regista anche rinunce importanti.

Inizialmente La famiglia Addams era in sviluppo presso la Orion, che stava attraversando però una grande crisi finanziaria. Sonnenfeld venne assunto dallo studio poco prima che decidesse di risanare i debiti vendendo i progetti e le proprietà intellettuali. Il film finì, con il regista sotto contratto, nelle mani della Paramount. Il cambio diventò effettivo nel bel mezzo delle riprese. Per presentarsi ai nuovi proprietari, la troupe montò una presentazione di 10 minuti contenente il meglio di quello che avevano fatto fino ad ora e lo mostrano alla dirigenza Paramount. Non ci fu alcuna reazione, nessuna risata. Stanley Jaffe, il presidente dello studio, definì La Famiglia Addams “un film non tagliabile e non distribuibile”.

Gli altri dirigenti che avevano visto il pre montato trattennero timidamente le risate attendendo un cenno del superiore, che non arrivò. Dissero poi privatamente al regista di essersi tutti divertiti moltissimo (in silenzio, ovviamente). Alla fine ebbero ragione loro. Il film performò molto bene, distrandosi divertente e azzeccato nei tempi comici.

Tutt'altro che impossibile da proporre al pubblico, come pensava Jaffe.

Secondo il regista uno dei motivi del grande affetto tributato al film è che, al contrario di quello che dissero le critiche, non parla di una famiglia disfunzionale. “Al contrario, è una famiglia molto funzionale. Con i genitori che amano i figli e i figli che amano i genitori. Li lasciano da soli perché possano crescere e imparare”. Ovviamente con quel tono surreale e assurdo che caratterizza lo stile del regista. La sceneggiatura arrivò tra le mani di Tim Burton e Terry Gilliam, i quali però rifiutarono di dirigere La famiglia Addams. Vedendo il prodotto finito sembra che qualche accenno dello stile dei due folli visionari sia restato al suo interno.

Dopo il suo esordio alla regia, Barry Sonnenfeld era corteggiato da Hollywood. Ricevette dal produttore Gary Lucchesi il libro di Forrest Gump. Come abbiamo già raccontato, Hollywood cercò per anni di realizzare un adattamento. La sceneggiatura venne più volte riscritta e passò di mano in mano per molti anni. Era considerato un film rischioso, ma anche attraente. Racconta il regista 

Ho detto (a Lucchesi): ‘cambiamo il personaggio da un tizio grasso, che è un passo indietro, a uno magro che corre tutto il tempo e lo mandiamo ad Hanks perché ho girato Big con lui. Probabilmente non vorrà farlo perché è simile a Big in questo, è un'altra storia di un uomo-bambino.’ Hanks l’ha amato. Ha firmato e io ero sotto contratto per dirigerlo. Poi, un anno dopo, la Paramount ha deciso di fare La famiglia Addams 2. Così ho dovuto scegliere tra stare su Forrest Gump o tornare alla prima cosa che ho diretto. Stavo lavorando con Michael J Fox e gli ho chiesto: ‘cosa devo fare?’. Michael ha risposto ‘hai apparecchiato la tavola con La famiglia Addams, ora devi cenare’. Ho amato dirigere La famiglia Addams 2

Non ha mai discusso però con la Paramount su un terzo capitolo, dato che il secondo non riuscì ad avvicinarsi ai risultati del primo. E soprattutto Sonnenfeld dice non avere più rimorso per non avere accettato l’incarico su Forrrest Gump. Ci rimuginò per molto tempo, ma si liberò del peso guardando il film finito. Non sa se il suo sarebbe stato migliore o peggiore, sicuramente più corto, dice.  

Fonte: Variety

Continua a leggere su BadTaste