Banghete: gli autori discutono di fumetto
Alfredo Castelli, Claudio Gallo, Luca Raffaelli e Roberto Baldazzini parlano di fumetto d'autore e popolare, di distribuzione e futuro del fumetto nella rassegna Banghete, discussioni sul fumetto a Lucca Comics 2013
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Luca Raffaelli, racconta la rovina del fumetto: essere popolare prima di divenire di nicchia. Mentre gli artisti, in genere, vengono elevati dalla critica alta per poi divenire popolare presso le masse, al fumetto è accaduto esattamente il contrario. Nato per le masse, addirittura per i quasi illetterati, ci ha messo moltissimo prima di trovare dignità presso le elite, dopo essere osteggiato a lungo dalla cultura e dalla didattica perché appassionante, spettacolare, piacevole e pertanto non una sfida sufficiente a far crescere le giovani menti. Se è vero che non c'è una vera e propria distinzione tra fumetto popolare e d'autore, certo esistono differenze tra espressione della libera creatività degli artisti e prodotti che seguono le regole imposte dalle case editrici. Se Moebius avesse dovuto rispettare una gabbia editoriale, non sarebbe stato Moebius.
Roberto Baldazzini rivendica una libertà individuale del fumetto. Porta la propria esperienza personale di artista non in grado di lavorare in un team ampio, di gruppo. La creazione senza mediazioni è effettivamente un'esperienza diversa, con un valore più completo in termini di creatività. Per quanto esistano case editrici in grado di mediare il meno possibile, di editare il meno possibile il lavoro dell'autore prima di proporlo al pubblico e al lettore.
Claudio Gallo parla dell'era del graphic novel, termine ora come ora troppo generico. Quando Will Eisner ha pubblicato Contratto con Dio, voleva operare una rivoluzione nel mondo del fumetto, dimostrandone ormai la maturità. Ma il mercato del fumetto ragiona per fasi, periodi, le cui identità vanno interpretate e assecondate, per seguire l'onda del pubblico e trarre il massimo possibile dalle esperienze degli autori. In questo senso, la distinzione tra fumetto popolare e d'autore deve essere fluida e si è dimostrata fluida nel corso del tempo. La stessa distribuzione nelle edicole, con le sue contraddizioni, andrebbe ripensata e non abbandonata, perché permette di raggiungere, per certi prodotti, un pubblico maggiore.