BadMemories: Sea of Thieves e l’imprevedibilità della vita da pirata | Speciale
Dopo aver rivalutato Horizon Zero Dawn, abbiamo completamente cambiato opinione anche su Sea of Thieves, il gigantesco sandbox di Rare
Solo poche settimane fa, proprio in uno speciale di BadMemories, vi raccontavamo di come Horizon Zero Dawn fosse riuscito a conquistarci a distanza di anni dalla sua uscita. Ebbene, Sea of Thieves è riuscito nella stessa impresa: farci innamorare di un gioco tanto tempo dopo il suo rilascio.
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Ed è tutto vero. Vestire i panni di un pirata non è solo dannatamente divertente, ma è in grado di creare una vera e propria assuefazione. Ogni partita è un nuovo inizio, dove missioni e situazioni sono ancora tutte da scrivere. Una volta intrapreso il “Viaggio”, l’avventura porta il giocatore a trovare mano a mano nuovi obiettivi, dando via a una catena di situazioni virtualmente infinita. Vi capiterà, infatti, di partire con una sola quest a disposizione, per poi trovarvi pieni di cose da fare in meno di un’ora di gioco
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Incontrare altri utenti, infatti, può dar vita a divertenti scambi di gag e, persino, a inaspettate collaborazioni, ma anche a temibili scontri a fuoco. Ancora una volta è l’imprevedibilità a far da padrona all’esperienza, obbligando il giocatore a comprendere la situazione, interpretarla e ad agire di conseguenza. Una sensazione che, non lo nascondiamo, non siamo riusciti a trovare in altre produzioni videoludiche moderne.
Insomma: nonostante una partenza brusca e per nulla esaltante, Sea of Thieves è diventato un titolo che tutti dovrebbero provare una volta nella vita. Navigare per credere.