Baby, Netflix sotto accusa: "Licenzia Spacey ma produce una serie sullo sfruttamento sessuale minorile"

La scelta di Netflix di produrre la serie Baby, in cui si racconta lo scandalo della prostituzione minorile scoppiato a Roma nel 2014, è al centro di dure critiche

Condividi
Netflix è stata criticata apertamente dal National Center on Sexual Exploitation per aver annunciato la produzione della nuova serie originale intitolata Baby, ispirato ai fatti di cronaca che a Roma hanno portato alla luce lo scandalo delle baby squillo scoppiato a Roma nell'estate 2014.

Lisa Thompson, vice presidente dell'organizzazione, ha ora inviato una lettera in cui accusa Netflix di normalizzare gli abusi sui minori e denuncia l'incoerenza nell'aver licenziato Kevin Spacey a causa delle accuse di molestie:

"Hanno recentemente licenziato la star di House of Cards... Per cambiare idea e produrre uno show che glorifica il traffico sessuale che coinvolge dei minorenni, definendolo "intrattenimento tagliente", si tratta di estrema ipocrisia. Non ci sono "baby prostitute", solo giovani sessualmente abusati, sfruttati e violentati. Se i responsabili di Netflix si preoccupassero maggiormente di porre fine allo sfruttamento sessuale, in questo momento all'insegna del #MeToo, piuttosto che sfruttare economicamente la tematica cancellerebbero immediatamente la produzione dello show".

La lettera è stata inviata in occasione della giornata dedicata alle iniziative ideate per aumentare la consapevolezza sul traffico di esseri umani ed è stata firmata da oltre cinquanta persone, tra cui alcune vittime.

Che ne pensate? Lasciate un commento!

Baby è una storia di formazione che esplora le vite segrete degli adolescenti di Roma. Liberamente ispirata ad una storia vera, lo scandalo delle baby squillo scoppiato a Roma nell’estate 2014, la serie racconta le vicende di un gruppo di ragazzi dei Parioli in cerca della propria identità e indipendenza tra amori proibiti, pressioni familiari e segreti condivisi.

La serie drammatica in 8 episodi esplora le più diverse esperienze dei teenager italiani attraverso lo stile audace dei GRAMS, un nuovo collettivo di scrittori composto da cinque giovani autori: Antonio Le Fosse, Eleonora Trucchi, Marco Raspanti, Giacomo Mazzariol e Re Salvador. Gli scrittori Isabella Aguilar e Giacomo Durzi si sono uniti al gruppo, contribuendo con la loro visione al racconto della vicenda.

Fonte: Deadline

Continua a leggere su BadTaste