Avatar 2, Marc Maron ricorda le assurde modalità dei provini per il kolossal di James Cameron
Qualsiasi attore di questo pianeta avrebbe fatto carte false pur di ottenere una parte in Avatar 2, ma non Marc Maron...
È abbastanza scontato pensare che qualsiasi attore di questo pianeta avrebbe fatto carte false pur di ottenere una parte in Avatar 2 di James Cameron, ma, a quanto pare, non è stato così per Marc Maron.
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È stato ridicolo. Per quale ca**o di motivo avrei dovuto fare quel film? C'era quest'idea secondo la quale avremmo dovuto fare quattro film di Avatar. Amico mio, non mi ricordo neanche il primo! Non ho idea di cosa significhi tutto questo per il mondo. James Cameron ha costruito questa città a Long Beach. C'è gente che fa le acrobazie, funamboli e macchine da presa, gente che vola, è come il Cirque du Soleil (che, fra l'altro, aveva ideato anni fa proprio uno spettacolo ispirato ad Avatar, ndr.).
Poi aggiunge:
Entri e James Cameron ti dà lo script dicendoti "Non puoi scattare foto della sceneggiatura che non può neanche lasciare l'edificio". Al che io "Va bene" e poi di nuovo lui "Vai, dagli un'occhiata. Sei qua e magari, per oggi, potresti leggere questa parte qua". Ok. Me ne vado in un'altra stanza, lui ha... sai, l'unica cosa davvero memorabile del fare un'audizione per James Cameron è che lui ha un museo di James Cameron. C'è una stanza dove puoi vedere un modellino del Titanic e altre robe dai suoi film. Non puoi evitare di pensare che sia una cosa davvero tosta e di domandarti "Ma quindi è così che li ha fatti?".
Il processo di audizione per Avatar 2 e i relativi seguiti è stato però per Marc Maron sia più complesso che scarno rispetto al solito:
Leggo la sceneggiatura e poi, all'improvviso, mi ritrovo in questa specie di zona libera con tutte queste persone che sono lì per leggere le parti, per volare in giro su dei dolly e robe così. Mi riprendono, credo, e devo immaginarmi qualunque ca**o di roba sia, una barca o che ne so, e ci sono tutte queste altre persone intorno. Sono nel mezzo di questa cosa, del tutto libero e senza alcuna sensazione circa il mio personaggio e non ho idea di cosa stia accadendo intorno a me a parte il vedere un po' di attori non meglio identificati e acrobati.
Marc Maron non era neanche particolarmente allettato dall'idea di doversi trasferire per qualche anno in Nuova Zelanda per partecipare a dei film in cui magari sarebbe finito per avere una parte marginale, di cui il pubblico neanche si sarebbe ricordato come accaduto al suo collega Jemaine Clement che in Avatar 2 ha una piccola parte per cui, però, non ha dovuto traslocare perché vive nella nazione citata.
Il mio agente mi disse "Dovrai stare in Nuova Zelanda per quattro anni" o quanto ca**o era, un periodo quantitativo di tempo ridicolo. "Starai in Nuova Zelanda per un po'". Al che io "No, non accadrà". Dico davvero, non ho alcun problema e non ci ho investito nulla a parte l'esperienza dell'accettare di partecipare al meeting. Poi James mi ha spedito una scatola di sigari perché alla fine non ero nel cast. Ok, va bene, è stato gentile. ma che ti devo dire amico. A quest'età, non mi faccio problemi a dire di no a qualcosa.
Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano.
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FONTE: YouTube