Antipirateria senza controlli: bloccati 24 siti, alcuni anche legittimi
Il nuovo blocco antipirateria in grande stile inibisce l’accesso a molti siti. Nessuno controlla davvero e in mezzo ci finiscono cyberlocker e provider di posta
L’altro ieri il tribunale di Roma ha dato il via alla seconda operazione antipirateria più grossa da quando ne esistono mettendo sotto sequestri 24 siti (più precisamente cineblog01.net, cineblog01.tv, ddlstorage.com, divxstage.eu, easybytez.com, filminstreaming.eu, filmstream.info, firedrive.com, movshare.sx, nowdownload.ag, nowdownload.sx, nowvideo.sx, piratestreaming.net, primeshare.tv, putlocker.com, rapidvideo.tv, sockshare.com, uploadable.ch, uploadinc.com, video.tt, videopremium.me, youwatch.org) tutto perchè il distributore indipendente Eyemoon pictures li ha accusati di ospitare film che all’epoca della denuncia non erano ancora usciti in Italia come The Congress e Fruitvale station.
Interpellato da TorrentFreak il CEO di Mega, Stephen Hall, ha definito il blocco “sproporzionato e illegale”, specie nel caso di un sito come il loro che aderisce in pieno alle norme sulla rimozione stabilite sia dall’Unione Europea che dal DMCA americano. Il punto è che per la protesta di un distributore che non si è informato su quel che stava facendo, i provider italiani sono stati obbligati da qualcun altro che non ha controllato quel che stava ordinando di bloccare interi siti per compiacere dei dirigenti che non sanno di cosa si parli.
Non sono infatti pagine, link o informazioni precise ad essere bloccato ma tutto quanto il sito. Significa che chi in Italia ha un account su Mega.co.nz, una casella su Mail.ru o dei file su Firedrive (e non sono pochi) non può accedervi. In realtà può, aggirando tutto con un cambio di DNS (c’è un’estensione di Chrome chiamata Hola che lo fa in maniera molto semplice) ma ai termini di legge non può perchè l’IP dei siti è bloccato.
Il risultato allora è solo la consueta rottura di scatole e prevericazione degli utenti che ad oggi non hanno nessun diritto (perchè se ne avessero cose come “avere sempre libero accesso alla propria mail” sarebbe di certo uno di questi), la solita dimostrazione di “efficienza” fatta di fronte ai vertici delle istituzioni in questione (distributori, produttori, Agcom e via dicendo) che non vuol dire nulla ma sbandiera numeroni e record. Su quelle poltrone, in quei consigli d’amministrazione ci sono persone che non vivono internet, non ne sanno niente, non lo abitano e non lo conoscono, persone liete di leggere “bloccati ben 24 siti” o “la seconda operazione più grande di sempre” e che non sentono nemmeno il fatto che tra questi ci fossero siti legittimi o che qualora lo sentissero non saprebbero cosa significa aver bloccato un cyberlocker, che disservizio clamoroso sia. Sono quelli che sbloccano fondi e mantengono in vita le medesime istituzioni che promuovono o applicano simili provvedimenti, sono quelli che bloccano (di fatto) internet in Italia e questo ne è solo un piccolo esempio, una sineddoche se volete.