Anche Cineworld e la UNIC contro la Universal
Anche Cineworld e l'associazione degli esercenti UNIC si scagliano contro la Universal per quanto riguarda l'annullamento delle windows
La UNIC (International Union of Cinemas) si è inserita nel dibattito ribadendo quanto dichiarato anche dalla NATO (l'associazione degli esercenti americani):
L'ottima performance di Trolls World Tour andrebbe vista e valutata solo nel contesto delle circostanze eccezionali che circondano il lancio del film, e i tempi senza precedenti che stiamo vivendo. Quando un terzo della popolazione globale si trova in qualche forma di lockdown dovuto al Coronavirus e solo il 4% dei cinema di tutto il mondo sono aperti, non sorprende che molti si siano rivolti al VOD e a servizi simili. I risultati sono anche dovuti al fatto che il film è stato promosso per molto tempo come uscita cinematografica. Inoltre, Trolls World Tour è stato uno dei pochi film per bambini a uscire sul mercato in questo periodo, rendendolo appetibile a molte famiglie confinate a casa. Quest'insieme di circostanze inconsuete non andrebbe preso come riferimento per ridisegnare un modello di business solido e di lunga data, che rimane cruciale nell'assicurare la disponibilità continua di film a beneficio del pubblico. Alterare pratiche fondamentali per dei guadagni a breve termine andrebbe evitato, e bisognerebbe concentrarsi sull'impegno nel creare le migliori condizioni perché l'intero settore si risollevi il prima possibile.
Cineworld Group, proprietario di Regal Entertainment (il secondo circuito cinematografico più grande al mondo), ha deciso di affiancare AMC nel non proiettare film della Universal nel caso vengano distribuiti simultaneamente anche on demand:
La nostra politica rispetto alle finestre distributive è chiara, ben nota nell'industria e fa parte del nostro accordo commerciale con i distributori. Ribadiamo ancora una volta che non proietteremo film che non rispettano le windows.
La Universal ha deciso unilateralmente di violare questo accordo e lo ha fatto nel bel mezzo della crisi Covid-19, quando le nostre attività sono chiuse e più di 35.000 impiegati sono a casa, e quando non abbiamo ancora una data chiara per la riapertura dei nostri cinema. È una mossa del tutto inappropriata e senza dubbio non ha nulla a che fare con le regole del business in buona fede, della partnership e della trasparenza.
Ricordiamo che la Universal aveva risposto alle accuse degli esercenti con una parziale marcia indietro, affermando di "credere assolutamente nell'esperienza cinematografica e di non aver mai detto il contrario", ma che "come affermato precedentemente, in futuro ci aspettiamo di distribuire film al cinema e, quando lo valuteremo sensato, anche in PVOD".
Fonte: Deadline