Amy Pascal pianse al primo incontro con Kevin Feige sulle sorti di Spider-Man nell'UCM

Amy Pascal non ebbe una bella reazione al primo incontro con Kevin Feige sulle sorti di Spider-Man e sul suo approdo nell'UCM

Redattore per badtaste.


Condividi

Amy Pascal non ebbe una bella reazione al primo incontro con Kevin Feige sulle sorti di Spider-Man e sul suo approdo nell'Universo Cinematografico Marvel.

Ricordiamo che dopo la tiepida accoglienza riservata a The Amazing Spider-Man 2, la Sony decise di apportare qualche cambiamento al calendario dei film in programma. Lo studio annunciò infatti che il terzo capitolo The Amazing Spider-Man 3 non sarebbe uscito nel 2016 come inizialmente programmato, ma nel 2018 per dare una ripulita alla sceneggiatura.

Come svelato dal libro The Story of Marvel Studios: The Making of the Marvel Cinematic Universe di Tara Bennett e Paul Terry, in questi momenti Pascal e Kevin Feige si avvicinarono molto:

Feige era pronto a pranzare con Pascal. Quello per cui non era pronto, però, era la reazione di Pascal alla sua proposta. L'incontro doveva svolgersi nel suo ufficio alla Sony. Come previsto, Pascal non sprecò tempo ed espresse il suo forte desiderio a coinvolgere maggiormente Feige, da un punto di vista creativo, nella realizzazione di The Amazing Spider-Man 3 della Sony Pictures. Emozionata per le idee della sua squadra per il terzo capitolo, Pascal si disse disposta a far leggere a Feige l'ultima stesura. "Mentre consumava un panino delizioso che aveva appena scartato le dissi: 'Amy, in tutta onestà, non credo che possa funzionare'" ha spiegato Feige.

Fu allora che Feige partì con la controproposta:

"Tutto questo sa di già visto, non credo di essere molto d'aiuto. L'unico modo per fare qualcosa di nuovo è ripartire da zero. Perché non ci date il permesso? Non pensate a due studi e non pensate che si tratti di ridare dei diritti a qualcuno, i diritti restano a voi. Coinvolgeteci nella produzione".

La reazione di Pascal?

"All'inizio fui molto risentita, credo che scoppiai a piangere e lo buttai fuori dall'ufficio, forse gli lanciai contro il mio panino, non ricordo come andò per l'esattezza". Fu allora che iniziò a rifletterci: "Al quinto [di Spider-Man] non stavamo proponendo nulla di nuovo, e devo essere onesta: cercavamo così tanto di essere diversi che siamo finiti in posti in cui non avremmo dovuto mettere piede".

Alla fine Pascal richiamò Feige il giorno dopo perché non riusciva a smettere di pensare a quell'idea:

L'idea di mettere Spider-Man in un mondo in cui tutti avevano tutto e lui niente era un modo tutto nuovo per raccontare la sua storia. Pensai: "Cavolo, questo tizio è sveglio".

Su Kevin Feige ha poi aggiunto:

La fortuna è che io e Kevin condividiamo lo stesso amore per Peter Park. Lavoravo con Kevin ai film di Spider-Man sin da quelli di Raimi, veniva agli incontri, portava a tutti il caffè e non ha mai detto una parola per anni. La cosa ti porta ad amare qualcuno, perché quando apre bocca ti rendi conto che ha sempre avuto grandi idee ed è sempre stato geniale, solo che non lo avevi ancora ascoltato.

Il prossimo frutto della collaborazione tra Sony e Marvel Studios, Spider-Man: No Way Home, sarà al cinema a dicembre.

Fonte: The Direct

Continua a leggere su BadTaste