Amazon Studios getta la maschera: distribuirà film in sala a partire da Wonder Wheel
Aggiungendo la distribuzione tradizionale ora Amazon è una major che produce, distribuisce in sala e poi in home video. Il prossimo passo sono i blockbuster
È una bella aggiunta e soprattutto una bella dichiarazione d’intenti. Era abbastanza chiaro che gli Amazon Studios fossero in linea con il modello di business tradizionale del cinema, ma ora è evidente che non sono qui per cambiare niente. Almeno non nel breve termine.
Per il suo primo passo nella distribuzione infatti Amazon ha investito, ha assunto nuovo personale e ha affidato tutto all’ufficio marketing (sarà interessante vedere come se la cavano), soprattutto ha scelto un film molto facile come Wonder Wheel, uno che porta impresso il nome del proprio autore (Woody Allen), già dotato di un pubblico suo, di cinema suoi e città in cui funziona.
Più curioso può essere vedere come si comporterà quando sarà il momento di distribuire film molto più complicati come il “remake non remake” di Suspiria di Luca Guadagnino (non sarà horror ma tutti si aspetteranno e desidereranno un horror), il dramedy con Ben Stiller Brad’s Status e lo strano film di Todd Haynes, Wonderstruck. Sono tutti titoli molto piccoli per il mercato americano, a rischio estremamente contenuto, ma forse per questo non proprio facili.
Eppure se Amazon ora è anche un distributore, se cioè agisce sul territorio statunitense (e nel resto del mondo in collaborazione con distributori locali) allora comincia ad avere un senso pensare più in grande, non solo i film piccoli e medi ma anche quelli giganti diventano economicamente sensati.
Se insomma il suo modello di business, nato solamente online, gradualmente trasferito in sala è ora definitivamente fondato sulla catena completa (produrre, distribuire in sala, distribuire in home video, come solo le major fanno), perché i suoi film non dovrebbero essere gli stessi della Warner, della Universal o della Disney?