Amazon pubblica dati trimestrali stellari: volano i ricavi pubblicitari su Prime Video, "ed è solo l'inizio"
Nei dati trimestrali stellari di Amazon spiccano i ricavi pubblicitari di Prime Video, che il CEO Andy Bassy ritiene siano "solo all'inizio"
Amazon ha annunciato dati finanziari in forte crescita nel terzo trimestre dell'anno: il colosso ha segnato un Q3 stellare, battendo le aspettative di Wall Street con 143.1 miliardi di dollari in ricavi (+13% rispetto a un anno fa). Ovviamente le borse hanno festeggiato la notizia (finora nel 2023 le azioni Amazon sono cresciute del 40%).
Questo segmento include i ricavi pubblicitari delle delle partite in streaming dell'NFL su Prime Video, oltre a Twitch e alla piattaforma FAST Freevee. In futuro, però, includerà anche i ricavi pubblicitari di tutto Prime Video, che dal 2024 introdurrà un abbonamento base con pubblicità, aumentando i prezzi per chi non vorrà vedere gli spot. Non stupisce quindi che il CEO Andy Bassy abbia dichiarato che "abbiamo appena iniziato a grattare la superficie" delle opportunità in tal senso. Solo tre anni fa, infatti, la divisione Advertising raccoglieva 5 miliardi di dollari, come ha ricordato Bassy:
Stiamo facendo molto meglio, sul fronte pubblicitario, rispetto al nostro primo anno. I diritti dell'NFL sono una proprietà di grandissimo valore: gli inserzionisti vogliono infatti posizionarsi in prima fila davanti ai consumatori, e la maggior parte dei consumatori guarda il football.
Abbiamo appena iniziato a grattare la superficie, per quanto riguarda capire come integrare la pubblicità nei video, nel commercio e nella spesa alimentare. Siamo solo all'inizio del nostro impegno nella pubblicità, ma sta crescendo bene e la nostra attenzione ora è tutta sull'esperienza degli utenti.
A questo proposito, Amazon ADS ha annunciato Sponsored TV, una piattaforma grazie alla quale le aziende possono acquistare spazi pubblicitari in streaming.
Nel corso del prossimo anno assisteremo a una forte spinta nell'introduzione e nel potenziamento della pubblicità sulle piattaforme streaming: praticamente tutti gli streamer tranne Apple TV+ (che ha appena aumentato per la seconda volta in un anno il costo degli abbonamenti) stanno lanciando piani di abbonamento con la pubblicità. L'obiettivo è chiaramente quello di aumentare i ricavi per utente (ARPU), in uno scenario mutato in cui contano di più i profitti che l'acquisizione di nuova clientela. La streaming war si trasforma quindi in una sorta di guerra di trincea, e presto vedremo alleanze anche inattese grazie a bundle di vario tipo. Ecco quindi che lo streaming si avvicinerà sempre di più al modello della televisione via cavo e satellitare che solo dieci anni fa Netflix sembrava pronta a demolire...