Le ali della libertà: Tim Robbins e Morgan Freeman si scambiano aneddoti e ricordi sul film dal titolo "impronunciabile"
Tim Robbins e Morgan Freeman si scambiano aneddoti e ricordi su Le ali della libertà, cult uscito trent'anni fa esatti
In occasione del 30° anniversario dell'uscita delle sale, Tim Robbins e Morgan Freeman hanno introdotto una proiezione speciale di Le Ali della libertà durante il Turner Classic Movies Film Festival. Nel corso della chiacchierata (che potete vedere nel video nella parte superiore della pagina), i due attori si sono scambiati diversi ricordi e aneddoti, tra cui uno di cui vi avevamo già parlato qui. Ecco quant'altro di interessante è emerso.
Un titolo impronunciabile
Le ali della libertà si chiama in originale The Shawshank Redemption, riduzione di Rita Hayworth and Shawshank Redemption, titolo del racconto di Stephen King da cui il film è tratto. Espressione che "nessuno riesce a pronunciare" sottolinea Robbins, e anche Freeman è d'accordo:
Mi sono chiesto il perché. Ne ho parlato coi responsabili del marketing e loro mi fanno: "Non ci stava nei cartelloni". E io "ma avete le locandine, non funziona?". Il film non è andato bene al box-office, semplicemente perché il miglior modo di vendere un film è il passaparola. E nessuno riesce a dire ShemShank, ChemChem [l'attore storpia il titolo originale, tra le risate del pubblico presente]
Il film infatti si rivelò un flop al momento della sua uscita, e solo col tempo è diventato un classico conosciuto ancora oggi. Robbins allora riflette sulle ragioni del suo duraturo successo:
La gente, soprattutto quelli appartenenti alla classe operaia, mi fermava per la strada e mi diceva quanto il film fosse importante per loro. Allora ho iniziato a pensare che il film avesse in qualche modo colpito gli spettatori, come molti altri non fanno. Penso abbia a fare con il fatto che racconta una grande storia d'amicizia e d'affetto come non ne vediamo spesso. Solitamente l'amicizia nei film nasce da inseguimenti in auto o dall'andare a caccia di ragazze, ma qui c'è una genuina amicizia e un'affetto adulto reciproco. Anche se non siamo effettivamente dietro le sbarre, abbiamo qualcosa che ci imprigiona, come un lavoro o una relazione di m*rda. Tutti abbiamo bisogno di credere che ci sia una Zihuatanejo [città dove alla fine si ritira il protagonista] che ci aspetta.
Le riprese della scena dell'evasione
Alla fine del film, per evadere dalla prigione, Andy (Robbins) passa attraverso le fogne e finisce direttamente in un fiumiciattolo. Il moderatore dell'incontro ricorda che durante le riprese della scena "c'erano segatura, cioccolato, ma anche vera acqua inquinata". L'interprete del personaggio allora precisa:
Le fogne piene di fango in cui striscio erano molto più sicure dell'acqua in cui cado. Questa si trova in campagna, quindi era piena di urina di mucca. Un tossicologo è venuto per testarla e c'era sempre una doccia pronta per me. Sono uscito da un fiume di argilla e sono caduto in un altro pieno di m*rda.
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FONTE: YT