Alan Moore torna a parlare di Electricomics
Dalla parte della tradizione o dell'innovazione? Alan Moore e gli altri creatori di Electricomics parlano della loro nuova creazione
“Non ne ho la più pallida idea perché non ho nessuna dimestichezza con la rete, nessuno strumento, nessun tablet, e in tutta sincerità non sono coinvolto con il mondo dei fumetti in alcun modo. I fumetti sono una tecnologia che “gira” sull’hardware del cervello umano, il software della mente umana. Creano già da sempre questi effetti virtuali, quindi evitare ninnoli e gadget appariscenti sarebbe uno dei primi dettami a cui i fumetti digitali dovrebbero attenersi.
Il fumetto digitale vanta ovviamente numerose capacità extra rispetto a un semplice pezzo di carta, e queste capacità non sono sfruttate: la possibilità di avere un apparecchio portatile e la relativa app sempre con sé, una miriade di modi diversi di navigare, la possibilità di collegarsi a server esterni e così via...
Il fatto che un movimento animato di qualche tipo sia sempre stato suggerito da una pagina immobile renderebbe questa tecnica ampiamente applicabile a un nuovo modo di presentare i fumetti. Perché un tredicenne dovrebbe disturbarsi a leggere un fumetto quando ci sono questi mezzi diversi a disposizione e i fumetti non vengono realizzati per loro ma per adulti tra i 40 e i 60 anni che li leggono veramente?
In conclusione, nonostante la (prevedibile) avversione d’ufficio di Moore per gli eccessivi “effetti speciali” rispetto alla tavola tradizionale, il progetto Electricomics sembra effettivamente intenzionato a esplorare vie narrative aggiuntive come l’animazione e gli effetti sonori. A questo link trovate anche la breve traccia audio dell’intervista concessa da Moore al Guardian, da cui sono state estrapolate le dichiarazioni soprastanti.
Ulteriori aggiornamenti alle prossime fasi dello sviluppo!