Alan Moore e Kevin O'Neil mettono fine alla Lega degli Straordinari Gentlemen
Kevin O'Neill e Alan Moore sono pronti a mettere la parola fine alla Lega degli Straordinari Gentlemen
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ecco come viene presentato al pubblico.
Tirando le fila più tenui delle trame e i più lievi indizi dei tre volumi precedenti, di The Black Dossier e della trilogia di Nemo in un ingegnoso e affascinante dramma, la coppia artista/narratore di maggior successo e con il peggior carattere del mondo farà uso del suo stilosissimo impianto avventuroso ancora una volta per mostrare la gloria del medium che si appresta ad abbandonare; per dimostrare quale entusiasmo li abbia trascinati sul campo sin dall'inizio; e per analizzare, da un punto di vista critico e per intrattenimento, le ragioni del loro ritiro.
Aprendo contemporaneamente la storia nel quartier generale vittima del panico dell'Intelligence Militare Britannica, nella perduta città africana di Kor e nella cittadella coperta di We, sulla Terra devastata del 2.996, questa densa eppur ritmatissima narrazione corre come una locomotiva espressa attraverso il globo fittizio, da Lincoln Island fino alla moderna America e al Mondo Fiammeggiante; dalle antichità Giacobine del Prospero's Men alle lande inondate di supereroi del presente, fino alle inimmaginabili vette di un futuro fantascientifico.
Con un cast che include molte delle più memorabili figure dalla letteratura e dalla cultura popolare, con una ritmo che si porta dietro la terribile forza di eventi inevitabili, questa storia è letteralmente e letterariamente la fine di tutte le storie.
Non male, come antipasto. Non vediamo l'ora di dare un morso alla vera portata.