Al Pacino rivela il dramma del Covid: 'Tutti pensavano che fossi morto'
Promuovendo il suo memoir, Al Pacino svela lo spavento che ha vissuto nel 2020 quando ha rischiato di morire
È durante un'intervista con il New York Times che Al Pacino si è aperto per la prima volta sull'esperienza che ha avuto nel 2020 quando, a causa del Covid, ha rischiato di morire.
Quello che è successo è che non mi sentivo bene — mi sentivo male in un modo strano. Poi ho avuto la febbre, stavo disidratandomi e tutto il resto. Quindi ho chiesto a qualcuno di chiamare un'infermiera per idratarmi.
Non avevo polso. Nel giro di pochi minuti erano lì — l'ambulanza davanti casa mia. Avevo circa sei paramedici in soggiorno, e c'erano due dottori con indosso queste tute che sembravano provenire dallo spazio o qualcosa del genere. È stato un po' scioccante aprire gli occhi e vedere quella scena. Erano tutti intorno a me e dicevano: 'È tornato. È qui'. È stato così — un minuto sei qui, un minuto non ci sei più. E ho pensato: 'Wow, non hai nemmeno i tuoi ricordi. Non hai niente'.
Pacino ha parlato dell'esperienza anche su People, dove ha spiegato che a chiamare i paramedici è stato il suo assistente Michael Quinn:
È lui ad averli chiamati, perché l'infermiera che si stava prendendo cura di me aveva già detto: 'Io non sento più il polso'. [...] Non penso di essere morto. Tutti pensavano che fossi morto. Come potrei essere morto?
E di nuovo sul Times cita Shakespeare:
Non ho visto la luce bianca o altro. Non c'è niente. Come dice Amleto, 'Essere o non essere... il paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno'. E poi dice due parole: 'Nient'altro'. Non c'era nient'altro. Sei sparito. Non ci avevo mai pensato prima nella mia vita. Ma sai come sono gli attori: suona bene dire che sono morto una volta. Cos'è quando non c'è più niente?
Vedremo presto Al Pacino in Modi - Tre giorni sulle ali della follia, il film di Johnny Depp che verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma e che è stato co-prodotto dallo stesso Pacino.