Addio a José Ortiz

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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In questi che dovrebbero essere giorni di serenità, giunge a rattristare tutti la notizia della morte di José Ortiz. Il grande disegnatore spagnolo si è spento all'età di 81 anni a Valencia il 23 dicembre scorso, per un problema cardiaco.
Iniziò a lavorare nel mondo dei fumetti giovanissimo e nel 1958 divenne un nome noto grazie alla creazione della saga storica Sigur il vichingo, pubblicata dall'editore Toray.

Perfezionista, artigiano instancabile, ha lavorato per il mercato inglese negli anni '60 (con una striscia quotidiano sul Daily Mirror intitolata Caroline Baker) e per quello nordamericano nel decennio successivo. (Creepy e ad altre collane a tinte horror per la Warren). Ma è dopo il ritorno in patria, nei primi anni ottanta, insieme a Antonio Segura che firmerà i suoi capolavori (alcuni pubblicati in Italia sulla rivista Comic Art),  Hombre,  Burton & Cyb, Jack lo Squartatore, Morgan e Ozono, mentre come autore completo pubblica con l'editore Toutain I grandi miti del West.

I lettori italiani sono particolarmente affezionati al disegnatore iberico per il contributo che ha dato alle serie western della Sergio Bonelli Editore, Tex e Magico Vento su tutte. Approda alla casa editrice milanese nel 1991 con un'avventura di Aquila della Notte pubblicata nel sesto “Texone”, La grande rapina. Con l'amico Segura firmerà anche Cacciatori di fossili e L'oro del Sud, uscite nella collana Maxi Tex. Entrato nel team creativo di Magico Vento, ne inaugura l'esordio con il numero 1, Fort Ghost, del 1997. Stabilmente in forza allo staff di disegnatori di Tex, nel 2012 realizza una delle storie dell'ottavo Dylan Dog Color Fest, La Dimora Stregata insieme ad Andrea Cavaletto.
Addio José, grazie per tutti i sogni che ci hai regalato.

Fonte: www.levante-emv.com

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