Adamo Dionisi è morto, era Manfredi Anacleti in Suburra

L'attore era malato da tempo. Ha partecipato anche a film come Dogman ed Enea

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Adamo Dionisi è morto: l'attore aveva 59 anni ed era ricoverato da tempo all'Ospedale dell'Isola Tiberina di Roma per una malattia.

Iniziò a recitare in carcere, dove venne rinchiuso nel 2001 per una vicenda di droga. L'esordio al cinema nel 2008 con il film Chi nasce tondo..., da lui anche co-scritto. Seguirono numerosi ruoli da caratterista, tra cui una parte in Scialla! di Francesco Bruni e Pasolini di Abel Ferrara. Nel 2015 il successo con Suburra di Stefano Sollima: due anni dopo Netflix gli chiese di tornare a interpretare il boss Manfredi Anacleti nell'omonima serie tv. Nel 2017 un altro arresto, mentre nel 2018 fece parte del cast di Dogman di Matteo Garrone. Gli ultimi ruoli in Enea di Pietro Castellitto e Martedì e venerdì di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis.

Incontrammo Dionisi nel 2017, ecco un estratto della Lunga intervista con lui:

Da cosa lo capisci che un attore non ha il vissuto adatto?

“Tu guardagli le mani quando hanno un’arma, ti rendi subito conto se uno lo può fare o no quel ruolo, se sa come metterle. Quelli meno adatti cambiano subito intenzione, diventano meno coraggiosi, spostano il corpo indietro… Ed è finita”.

E invece cosa è importante fare per essere così credibili da sembrare veri criminali?

“Ci sono un sacco di cose per cui i gangster movie sono particolari, è una nuova identità personale e se non hai un tuo equilibrio non riesci a tenere basso il ruolo. Io con la parte di Manfredi Anacleti potrei fare tutto ma non sarebbe utile, uno così devi tenerlo basso, non devi spingerlo altrimenti sei ridicolo. E se non hai un tuo equilibrio e non sai quale parte stai usando se quella deviante o quella sana, è finita.

So che hai forti trascorsi di stadio e di tifoseria con la Lazio, ti sono serviti per Suburra?

“In curva ci sono stati dei responsabili dei gruppi di origine zingara in particolare per la Lazio per un periodo c’è stato un signore sinti, era proprio parte degli ultimi anni del movimento Ultras. Un film solo buono ci hanno fatto: Ultimo stadio, con Ivano De Matteo che non a caso è cresciuto sulle file della tifoseria laziale”.

Fonte / Corriere
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