Elodie a ruota libera, dal doppiaggio di Trolls World Tour alle maratone del Signore degli Anelli | INTERVISTA

Per il lancio digital di Trolls Worls Tour, il nostro Andrea Bedeschi ha avuto la possibilità di chiacchierare a lungo con Elodie, la voce della Regina Barb

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Elodie a ruota libera | INTERVISTA

Per quel che riguarda Elodie, devo essere sincero.

L'ho scoperta, in maniera approfondita, solo di recente grazie all'ultimo Festival di Sanremo.

Un'edizione che ho seguito con più attenzione delle altre un po' perché già da inizio febbraio, da ipocondriaco quale sono, avevo già cominciato a limitare le incursioni nel selvaggio mondo esterno annullando ogni eventuali trasferta di lavoro o uscita serale che non fosse la sessione settimanale di giochi di ruolo, un po' perché fra gli annessi (le canzoni) e i connessi (dagli outfit di Achille Lauro alle bagarre Bugo VS Morgan passando per le conferenze stampa di Amadeus), la carne al fuoco era davvero tanta.

"Andromeda", il brano scritto da Mahmood composto e prodotto da Dardust, che Elodie ha portato al Festivàl (mi raccomando, leggetelo con la giusta accentazione), mi ha colpito subito e, insieme a "Ringo Starr" dei Pinguini Tattici Nucleari, è una canzone che ascolto ancora con assiduità e piacere. Aggiungiamo al mix anche "Sincero" di Bugo e Morgan: sono un giovane vecchio degli anni novanta che coi Bluvertigo e con "Casalingo" di Bugo c'è letteralmente cresciuto (e sì, lo so che il pezzo di Bugo è d'inizio duemila, cari i miei precisetti).

Ma torniamo a Elodie, come è giusto che sia.

Una sera, nella settimana del Festival, ero in macchina con la mia compagna tornando da non ricordo dove in giornate in cui ancora si poteva uscire di casa senza indossare delle tute hazmat. Radio Deejay a un tratto passa proprio "Andromeda" e io, rivolto alla mia signora, esclamo "Però è proprio brava Elodie". Lei, che contrariamente a me ha maggior dimestichezza con i programmi di Maria de Filippi, mi risponde "Eh, amore, ma grazie al ca**o, adesso lo scopri?". In effetti poi, ascoltando su Spotify le sue canzoni, ho realizzato che, da assiduo ascoltatore da più di 30 anni della suddetta emittente radiofonica, le conoscevo non tutte, ma buona parte, con l'inevitabile risultato di sentirmi anche un peletto idiota (cosa, questa, che in ogni caso mi accade molto spesso e a prescindere dalla discografia Elodie).

Comunque, all'apprezzamento finalmente consapevole del suo curriculum artistico, si è poi aggiunto, grazie a una bella chiacchierata fatta da Elodie con Noisey, l'interesse e la curiosità "umana". Vederla parlare senza alcuna remora, filtro o freno della sua vita in una zona di Roma che non rientra nel novero delle più fotografate dai travel blogger di Instagram mi ha folgorato. Io stesso sono cresciuto in un contesto di case popolari, probabilmente meno "hardcore" del Quartaccio di Roma, ma Ancona è sì grande come una borgata di Roma, eppure, come tutte le città di mare, ha un nutrito sottobosco di personaggi... interessanti per così dire. Ho visto cose anche io. Quell'intervista, dove Elodie trasudava carattere, intelligenza e, soprattutto, sincerità, mi ha portato a pensare che "sarebbe interessante parlarci, un bel giorno".

Poi quel giorno è arrivato grazie a Trolls World Tour, il nuovo film della DreamWorks Animation che la Universal, negli Stati Uniti, come in Italia e in Inghilterra, ha deciso di distribuire sulle piattaforme Digital ovviando alla chiusura delle sale causata dall'emergenza nuovo coronavirus.

Abbiamo chiacchierato per quasi mezz'ora in un caldo pomeriggio di aprile, ognuno al telefono dalla propria abitazione seguendo le sacrosante disposizioni del DPCM sul distanziamento sociale.

Elodie

Quando sei stata coinvolta nel doppiaggio di Trolls World Tour dalla divisione italiana della Universal, prima o dopo il Festival di Sanremo di quest'anno?

Sicuramente prima di Sanremo. Inizialmente eravamo indecisi sul personaggio. Per assurdo avevo provinato anche la Regina Poppy [poi doppiata da Francesca Michielin, ndr.].

Ambè!

Sì sì, solo che ero evidentemente più adatta per la Regina Barb, anche come timbro di voce e attitudine. Poi era un po' un mio sogno interpretare una antagonista perché si tratta di personaggi che hanno spesso dei caratteri molto interessanti. Nei cartoni animati tendono anche a essere i più “umani” di solito, non trovi?

Sì, anche perché la stessa Barb è sì un'antagonista, ma non è cattiva.

No no, esatto, è buona. Esprime male quello che vuole fare. In realtà è buona, ma è troppo attaccata a quello in cui crede. E la situazione finisce per sfuggirle di mano.

Guarda, ti faccio una domanda un po' ingenua perché nonostante una quindicina di anni fa un mio ex compagno delle elementari abbia partecipato a lungo a Uomini e Donne e nonostante la mia compagna abbia una certa dimestichezza con Maria de Filippi, devo essere sincero: io sono quasi del tutto a digiuno! [Elodie ride, ndr.] La cosa che mi ha colpito molto vedendo il film è che la cadenza romana non si sente affatto. In mezzo ai vari coach ad Amici c'era anche quello di dizione oppure...

No, non c'era. Dunque io in realtà sono molto romana e anche il mio modo di parlare... ho un'inflessione romana, anche dialettale, molto marcata. Però pure quando canto la cosa tende a non emergere, magari si sente in alcune parole, ma generalmente cerco di nasconderla. Ovviamente nelle sedute di doppiaggio ero affiancata.

Immagino dal direttore del doppiaggio.

Esatto, da Marco Mete, la voce di Robin Williams e Roger Rabbit e mille altri attori e personaggi. Sono stata affiancata da lui e, oltre ad avere una grandissima pazienza, è stato anche una sorta di psicologo perché è un lavoro realmente complicato. Chi, come me, lavora con la voce ha un po' la presunzione di sapere già come funzioni quella professione che, però, ha un approccio completamente diverso. Ha fatto il doppio della fatica per sradicare tutte le idee che avevo io di come funzionasse il doppiaggio, spiegandomi passo passo, con tutta l'esperienza che può avere un professionista come lui che è nel settore da qualche decennio. A volte capitava che dicevo una qualche parola in romanesco o ne pronunciavo delle altre che conducevano un po' troppo al romano e le rivedevo perché l'accento non era quello corretto.

Come ti sei rapportata al doppiaggio originale di Rachel Bloom, l'hai ascoltato?

Sì sì, l'ho sentito integralmente.

Ah, ok.

Ho ascoltato tutto, sia il cantato che il parlato. Però il suo timbro è completamente differente dal mio quindi non mi è venuto di scimmiottarla, ecco. Sono molto fedele al mio timbro, tranne in alcune parti in cui magari la mia voce si riconosce un po' meno, ma per la maggior parte del tempo chi mi conosce può individuare facilmente la mia voce.

Senza rivelare nulla di specifico sul finale del film, si può però tranquillamente dire che il messaggio di fondo è ovviamente positivo. Però se la Elodie di oggi e la Elodie di 15 anni fa dovessero scegliere uno dei reami di Trolls World Tour dove abitare quale sarebbe o quali sarebbero?

Allora... ecco adesso andrei dai Techno Troll. Nel passato forse da quelli Rock, anche se non ho mai ascoltato il rock, parlo più come attitudine dei personaggi. Si direi i Rock Trolls ma anche i Reggaeton Trolls.

Restando in ambito del “parliamo di gusti musicali con chi la musica la fa”... Sai, sono stato adolescente negli anni novanta e c'erano canzoni o artisti che non ammettevo, in primis con me stesso, che mi piacevano! Cioè io ero tutto preso dal big beat inglese, dai Nine Inch Nails e tutta questa gente qua e non volevo ammettere con me stesso che mi piacevano anche Robbie Williams e le ballatone dei Goo Goo Dolls!

Eeeh, ma sai da donna ti posso dire che da questo punto di vista le donne e gli uomini sono molto differenti.

Quello è vero.

Cioè, un uomo, da ragazzino, non ti dirà mai che ascolta una cantante donna. Ci sono delle cose per cui un ragazzo magari prova vergogna, perché per essere uomo magari ti devi allineare a certe regole. A noi donne non ce ne frega niente, cioè da questo punto di vista c'è molta meno vergogna. E anche io ero una di quelle ecco. Ho ascoltato sempre tutto quello che mi piaceva senza aver paura o evitando di ammettere che mi piacesse. Non ho mai avuto il problema di non ammettere che una cosa mi piaceva. Ho sempre ascoltato tutto! Tutto tranne l'heavy metal diciamo. Tutto il resto l'ho ascoltato.

No, ma che poi specifico: non è che mi facevo pare “di genere” ma "sul genere”: era l'epoca d'oro delle Hole di Courtney Love o dei Garbage di Shirley Manson, artiste che adoravo.

Sì sì, ma ho capito cosa intendi, neanche io volevo fare un discorso strettamente di genere. Però quando sei adolescente hai queste “regole” no? Magari tu andavi a scuola, dicevi che ti piacevano le Spice Girls e ti prendevano in giro, purtroppo è così e non lo potevi ammettere.

Già.

Era importante per la tua sopravvivenza a scuola! È pure brutto, no? Uno se lo tiene per sé! Io potevo entrare in classe dire che mi piaceva un qualche gruppo pop e nessuno avrebbe detto niente. È il classico problema dell'accettazione da parte del prossimo di quando sei adolescente e i gusti musicali rientrano come sfaccettatura di questa problematica. Però si, ho sempre ascoltato di tutto accettandolo, non me ne vergognavo. Anche se erano cose che magari passavano per essere “poco cool”, con tutte le virgolette del caso, perché erano robe che non andavano per la maggiore. A me piacevano e non me ne fregava niente. Per dire, io ascoltavo Cocciante, i miei amici no. Però a me non me ne fregava niente [ride, ndr.]

No, ma è giustissimo infatti. Ricorderò sempre che quando uscì il primo album da solista di Robbie Williams (Life Thru a Lens) pensai: “Cazzo, ma questo è veramente bravo”.

Eh come no?!

Solo che poi guardavo la discografia completa di Marilyn Manson and co che mi osservava dalla mensola e mi dicevo “No, vabbè, sto zitto, non lo dico a nessuno”.

[Ride, ndr.] Come faccio!

Esatto!

[Ridendo, ndr.] Non ti sentivi coerente!

Dopo vabbè, a una certa uno arriva a 40 anni e si dice “Ma vabbè, ma sti cazzi!”

Eh sì [Ridendo, ndr.]

Torniamo a Trolls World Tour. Quando hai saputo effettivamente che le persone avrebbero comunque potuto vedere il film a casa avendo anche il modo di ascoltare il tuo lavoro?

Beh, sai era una mossa che mi ero già immaginata. Mi aspettavo che anche i cinema avrebbero seguito un certo destino. Ovviamente mi è dispiaciuto, ed è normale, perché andare al cinema è sempre un'esperienza magica e mi avrebbe fatto molto piacere vederlo sul grande schermo. Purtroppo non è andata così, ma sono comunque felicissima che sia nelle case delle persone e che ci siano altri metodi, fortunatamente, per vedere Trolls World Tour. Quindi va bene così.

Normalmente che rapporto hai con il cinema? A parte le prime cui anche tu vieni invitata come personaggio pubblico, in circostanze standard ci vai oppure, che ne so, magari eviti perché senno ti riconoscono e ti fermano...

No, ma che me ne frega capirai! Tanto se le persone mi riconoscono al massimo mi salutano se gli sto simpatica, se gli sto antipatica manco mi calcolano. Non ho questo problema, a me piace stare con la gente anzi, ci vado spesso e non è che sono mai stata assalita, voglio dire sorridi, qualcuno magari ti chiede una foto e via. Sai alla fine dipende sempre dall'approccio delle persone e dal livello di rilassatezza reciproca. Se una persona comincia a darsi un tono... Poi diciamolo, non sono Angelina Jolie, quindi voglio dire, sì, sono popolare però non ho quel problema di popolarità mondiale, cioè dai, chissenefrega. Vado al cinema e, quando possibile, ci vado spesso!

Beh, bene, non è così scontato questo modo di ragionare eh.

No no, ma infatti, dipende molto dai caratteri delle persone. Il mio modo di essere sicuramente aiuta facendo il lavoro che faccio. A me piace stare in mezzo alla gente, chiacchierare, non ho cambiato il mio modo di pormi con gli altri.

Visto che hai citato lo stare insieme ad altre persone, ti faccio questa domanda perché la questione è emersa in queste assurde settimane parlando con altre persone che lavorano in ambito artistico. Persone che m'hanno detto “Ma come faccio a lavorare e a essere creativo con l'atmosfera che c'è, non c'ho stimoli”.

Beh, ma è normale, è normale. Ragazzi qua... il nostro è un lavoro, quello che ha a che fare con la creatività diciamo, è come se fosse un “di più”, è ornamentale in qualche modo no? È essenziale, ma, allo stesso tempo, non lo è. In un contesto come questo dove ci sono dei problemi così seri dove non hai neanche la certezza del cosa fare, ti vengono anche dei dubbi e ti domandi “Ma io adesso che faccio?”. Siamo tutti esseri umani e la creatività, senza stimoli esterni, ne risente. Poi per carità, c'è anche chi riesce a liberare la creatività in una situazione di solitudine. Io ad esempio non scrivo le canzoni però, in qualche modo, ci metto del mio. E per fare quello che faccio ho bisogno degli altri. Ho bisogno di incontrarmi con altre persone, stare con gli altri, di sentirmi utile. Così dentro casa è un po' più difficile. Vado anche io ad alti e bassi, ci sono dei giorni in cui mi dico “Vabbè, chissenefrega, canto tutto!” e altri in cui “Ma che canto a fare”. Immagino che sia una cosa normale.

Ma infatti, anche per quel che riguarda il mio lavoro, la sede del sito sta a Milano, io di base lavoro dalle Marche come ti dicevo prima di cominciare l'intervista e se penso che, in una situazione standard, questa chiacchierata l'avremmo fatta al Principe di Savoia a Milano o al giardino del De Russie a Roma...

Eh sì, è un'altra cosa.

Dai, ti faccio un'ultima domanda così non ti rubo altro tempo.

No, ma che figurati, non c'è problema.

Ah, perfetto, allora vado avanti. La settimana scorsa, quando sono usciti i remix di Andromeda, ho letto una tua intervista su Repubblica in cui dicevi che, per trascorrere il tempo durante la quarantena, giochi col LEGO. Fantastico, anche la mia compagna e io siamo fissati!

Sì è vero! Anche se adesso mi sto dedicando pure ai giochi da tavola, robe da tre quattro ore di durata. Ora ho a che fare con questo gioco di strategia con cui posso tranquillamente passare tre, quattro ore di tempo. Sto riscoprendo il gioco, l'utilità di questa attività anche per gli adulti che non va sottovalutata. Ma sto riscoprendo anche i vecchi giochi di società che mi piacevano da piccola, Scotland Yard, Scarabeo...

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Ah, fichissimo Scotland Yard!

Ho ricominciato anche a giocare a carte! Tutti modi per non farmi troppe pippe mentali, per essere diretta. Guardo i film... cerco di dedicarmi a cose che mi permettono di trascorrere il tempo senza avere l'impressione di sprecarlo. Anche le costruzioni, rilassano tanto, sto costruendo principalmente palazzi, mi danno la sensazione soddisfacente di iniziare e finire qualcosa. Mi fa sentire meglio.

Guarda, non so se è così anche per te, ma a me giocare col LEGO già normalmente mi mette in pace col mondo perché è qualcosa che posso controllare. E di questi tempi...

Esatto, è una cosa che comincio io e finisco io. Ovvio, è così. È quello il bello. Il piacere di aver dato inizio a una cosa e di averla conclusa mi fa stare molto bene. Non so, a te non fa questo effetto?

Assolutamente sì. Fai tutto con i tuoi ritmi. Ma invece, parliamo di serie TV. Stai guardando qualcosa ora come ora?

Sto guardando Il Trono di Spade.

Non l'avevi visto?

Ennò, non l'avevo visto, lo so sono l'unica! Ora sono alla sesta stagione.

Ammazza, di già?

Eh sì, tanto tempo per vederla ce l'ho quindi spingo, sto spingendo molto con la visione. Poi sto guardando Fleabag, molto carina.

Ce l'ho in lista ancora la devo recuperare.

Te la consiglio, guarda a me sta davvero piacendo molto. Poi vabbè guardo anche film... ah, tornando alle serie TV ho visto anche The Terror. Mischio un po' di roba. Ho visto anche Trolls World Tour qua a casa. Però cerco di regolarmi perché sennò mi piazzo li davanti... da ragazzina mi facevo anche le maratone del Signore degli Anelli.

Grande!

Sì sì, tutto di fila.

Peraltro allora, sappi che il nome del nostro sito, BadTaste, è proprio un omaggio al primo film di Peter Jackson, questo film splatter fuori di testa con gli alieni che arrivano sulla terra, ovviamente in Nuova Zelanda, in cerca di cervelli umani da mangiare...

No vabbè, ma è stupendo. Non l'ho visto, lo devo recuperare. Sai sull'horror ammetto di avere un grande buco, un grande vuoto che Fabio [Marracash, ndr.] mi sta aiutando a recuperare. Lo ammetto non li ho mai guardati, non sono mai stata una fan. E invece... sbagliavo. Sono molto interessanti.

Io ci provo con la mia compagna, ma niente. Lei è terrorizzata. Ancora ce l'ha con me perché anni fa, prima di andare al junket di The Conjuring 2, le feci vedere il primo. Peraltro se non li hai visti te li consiglio.

Ahahah! Ok! Comunque sai non li guardavo perché da ragazzina ne vidi qualcuno che proponeva dei cliché che m'infastidivano un po'. Ma in realtà sto scoprendo proprio recentemente quanto il mondo dell'horror sia ampio, pieno di sfaccettature anche psicologiche, di quanti horror interessanti ci siano in realtà. Avevo dei preconcetti sbagliatissimi sul genere, lo ammetto. Ero più votata ai film drammatici, le commedie, anche quelle sentimentali perché sono una romantica, i film in costume. Ora sto ampliando lo spettro.

Per chiudere la chiacchierata e ricollegarci a Trolls: e col cinema d'animazione? Che rapporto hai avuto e hai?

I cartoni li amo, tutti. Disney, Pixar, giapponesi, li apprezzo tantissimo. Da ragazzina amavo Hercules, Nightmare Before Christmas, sai ero molto legata anche alle voci, Alex Baroni, Renato Zero, erano pazzeschi. Però appunto mi piacciono tutti, pure lo Studio Ghibli, anche gli anime “seriali” tipo Death Note. Mi piace molto il cartone, il disegno. E li guardo tutti, sia quelli più "da bambini" che quelli da adulti. Pure Trolls World Tour l'ho visto proprio con piacere a prescindere dal fatto che c'ho lavorato. Non avevo obblighi e non ero solo curiosa di sentire la mia voce. I cartoni animati hanno dei modi molto belli di spiegare le cose, pensa a Inside Out della Pixar. Hai a che fare con una morale che è spesso altissima, ma riescono a essere semplici. E non è facile unire queste due cose.

Ma poi riescono spesso a proporre momenti di follia totale e inattesa. Pure nello stesso Trolls World Tour, la scena dello smooth jazz, è un trip.

Quanto ho riso!

No, ma davvero eh, l'ho visto e mi sono detto “Non è possibile”.

Sì, concordo quel momento è geniale. È molto bello perché poi sì, son d'accordo con te, la parte dello smooth jazz è veramente ben fatta, m'ha fatto ridere molto. Proprio perché è sì un film per bambini, ma poi ci sono momenti, come questo, che magari i più piccolini non capiscono neanche fino in fondo, ma che se sei adulto ti fanno sbellicare.

Elodie


A seguire la sinossi e i dati di produzione di Trolls World Tour:

Anna Kendrick e Justin Timberlake tornano al fianco di un cast stellare nel sequel del musical d’animazione di successo del 2016 della DreamWorks Animation: Trolls World Tour. In un’avventura che li porterà ben oltre ciò che hanno conosciuto in passato, Poppy (Kendrick) e Branch (Timberlake) scoprono di essere solo una delle sei tribù di Troll sparse su sei terre diverse, e che si esprimono attraverso sei differenti tipi di musica: Funk, Country, Techno, Classica, Pop e Rock. Il loro mondo sta quindi per diventare molto più grande e molto più rumoroso.

Ma, come membro della regalità hard-rock, la regina Barb (Rachel Bloom), aiutata da suo padre Re Thrash (Ozzy Osbourne), vuole distruggere tutti gli altri tipi di musica per far sì che il rock regni sovrano. Con in gioco il destino del mondo, Poppy e Branch, insieme ai loro amici Biggie (James Corden), Chenille (Caroline Hjelt), Satin (Aino Jawo), Cooper (Ron Funches) e Guy Diamond (Kunal Nayyar), partono per visitare tutte le altre terre e unire i Troll in armonia contro Barb, che invece fa di tutto per metterli in ombra.

Come membri delle diverse tribù musicali è stato selezionato uno dei più grandi e acclamati gruppi di talenti musicali mai riuniti per un film d’animazione. Nella terra del Funk ci sono Mary J. Blige, George Clinton e Anderson Paak. A rappresentare il Country è Kelly Clarkson nei panni di Delta Dawn, con Sam Rockwell in quelli di Hickory e Flula Borg nel ruolo di Dickory. J Balvin porta il Reggaeton, mentre Ester Dean si aggiunge alla tribù Pop. Anthony Ramos porta il ritmo della Techno, e Jamie Dornan il jazz liscio. Il direttore d’orchestra e violinista di fama mondiale Gustavo Dudamel appare come Trollzart, e Charlyne Yi come Pennywhistle dalla terra della musica classica. Kenan Thompson invece rappresenta il Rap nei panni di un Troll neonato hip hop di nome Tiny Diamond.

Trolls World Tour è diretto da Walt Dohrn, che è stato co-regista di Trolls, ed è prodotto nuovamente da Gina Shay. Il film è co-diretto da David P. Smith e co-prodotto da Kelly Cooney Cilella, entrambi i quali hanno lavorato al primo Trolls. Trolls World Tour include anche musiche originali di Justin Timberlake, che ha già ricevuto una nomination all’Oscar® per il suo brano “Can’t Stop the Feeling!” presente in Trolls del 2016, mentre la colonna sonora è opera di Theodore Shapiro (Ghostbusters del 2016, Il diavolo veste Prada).

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