Vambrace: Cold Soul, un'avventura roguelite dura e tagliente come il ghiaccio - Recensione
Contro il freddo gelido e i mostri, tra i resti di una città maledetta: la recensione di Vambrace: Cold Soul
Anche al netto di quanto appena riportato però non bisogna immaginare Vambrace: Cold Soul come un videogioco accessibile, perché non lo è affatto. Fa di tutto per bene accogliere il giocatore e per introdurlo alle sue dinamiche base, attraverso una presentazione che immediatamente ne mette in risalto una delle qualità migliori, ovvero la curatissima direzione artistica, e un tutorial che spiega come funziona la parte più strettamente ludica, quella nella quale si conduce un gruppo di quattro avventurieri attraverso ciò che resta della città di Icenaire, una volta florida e ricca di vita, ora in rovina, spazzata dalla neve e infilzata dai ghiacci, infestata dagli ostili spiriti di coloro che la abitavano. Ci si rende presto conto di quanto sia difficile districarsi tra le sue vie, sopravvivere alle trappole e alle battaglie che tra esse si nascondono, di come non di rado l'unica scelta possibile sia interrompere l'esplorazione e battere in ritirata.
Dalearch è l'insediamento sotterraneo situato sotto Icenaire dal quale ogni volta partono le spedizioni verso la superficie, l'ultimo bastione per coloro che una volta vivevano nella città e che sono stati costretti a rifugiarsi sotto di essa dalla maledizione che il King of Shades vi ha lanciato. È con l'arrivo nel rifugio di Evelia Lyric, la protagonista del gioco, che prende avvio una storia molto intrigante, capace di suscitare sincero interesse nel giocatore, di stupirlo con qualche colpo di scena e di farlo affezionare a personaggi tratteggiati in maniera apprezzabile, che non sconfina negli stereotipi più classici. La narrazione si arricchisce, capitolo dopo capitolo, di nuovi elementi, si inspessisce, anche grazie alla costruzione di un lore che ne dipinge il convincente e inaspettatamente dettagliato background.
[caption id="attachment_196353" align="aligncenter" width="1920"] I combattimenti a turni richiamano molto quelli di Darkest Dungeon[/caption]
Sottovalutare anche una dinamica di gioco di Vambrace: Cold Soul porta alla sconfitta (ma come detto c'è anche la possibilità di ritirarsi in ogni momento dalla spedizione, in maniera da salvare compagni e bottino raccolto), manca un qualsiasi sistema di progressione dei compagni (Evelia può invece usufruire di occasionali miglioramenti alle statistiche), il caso non di rado influisce molto sull'andamento della partita; tutte caratteristiche con le quali molti giocatori potrebbero non riuscire a venire a patti. Tutti gli altri però, pur dovendo fare i conti con altre problematiche, come un'interfaccia di gioco poco funzionale, potrebbero rimanere ammaliati dalla sua atmosfera affascinante e tetra, dall'estetica fine e dettagliata, da una storia coinvolgente, in definitiva da un'esperienza sicuramente spigolosa, ma in grado di catturare grazie alla sua particolarità.