Vambrace: Cold Soul, un'avventura roguelite dura e tagliente come il ghiaccio - Recensione

Contro il freddo gelido e i mostri, tra i resti di una città maledetta: la recensione di Vambrace: Cold Soul

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Vambrace: Cold Soul è di quelle produzioni che dimostrano come bastino alcune volte pochi accorgimenti per rendere immediatamente più godibile un videogioco, perché se avessimo completato l'opera di Devespresso Games pochi giorni fa, in concomitanza con l'uscita, la recensione e il voto in fondo all'articolo sarebbero stati ben diversi. Invece l'abbiamo fatto ora, beneficiando delle piccole ma rilevanti migliorìe apportate praticamente quotidianamente dal team di sviluppo, che hanno elevato in maniera sensibile la qualità dell'esperienza di gioco. Modifiche che chiaramente non ne hanno stravolto la natura, ma che ne hanno smussato gli angoli più taglienti ed eliminato problemi anche gravi, come la possibilità di rimanere praticamente bloccati a un certo punto dell'avventura.

Anche al netto di quanto appena riportato però non bisogna immaginare Vambrace: Cold Soul come un videogioco accessibile, perché non lo è affatto. Fa di tutto per bene accogliere il giocatore e per introdurlo alle sue dinamiche base, attraverso una presentazione che immediatamente ne mette in risalto una delle qualità migliori, ovvero la curatissima direzione artistica, e un tutorial che spiega come funziona la parte più strettamente ludica, quella nella quale si conduce un gruppo di quattro avventurieri attraverso ciò che resta della città di Icenaire, una volta florida e ricca di vita, ora in rovina, spazzata dalla neve e infilzata dai ghiacci, infestata dagli ostili spiriti di coloro che la abitavano. Ci si rende presto conto di quanto sia difficile districarsi tra le sue vie, sopravvivere alle trappole e alle battaglie che tra esse si nascondono, di come non di rado l'unica scelta possibile sia interrompere l'esplorazione e battere in ritirata.

[caption id="attachment_196354" align="aligncenter" width="1920"]Vambrace: Cold Soul screenshot Dalearch è liberamente esplorabile, alla ricerca di interessanti dialoghi e missioni secondarie[/caption]

Dalearch è l'insediamento sotterraneo situato sotto Icenaire dal quale ogni volta partono le spedizioni verso la superficie, l'ultimo bastione per coloro che una volta vivevano nella città e che sono stati costretti a rifugiarsi sotto di essa dalla maledizione che il King of Shades vi ha lanciato. È con l'arrivo nel rifugio di Evelia Lyric, la protagonista del gioco, che prende avvio una storia molto intrigante, capace di suscitare sincero interesse nel giocatore, di stupirlo con qualche colpo di scena e di farlo affezionare a personaggi tratteggiati in maniera apprezzabile, che non sconfina negli stereotipi più classici. La narrazione si arricchisce, capitolo dopo capitolo, di nuovi elementi, si inspessisce, anche grazie alla costruzione di un lore che ne dipinge il convincente e inaspettatamente dettagliato background.

"C'è una componente survival nel gameplay predominante e molto più influente ai fini della progressione rispetto a un sistema di combattimento piuttosto classico"Il gameplay è, d'altro canto, molto meno masticabile. Si potrebbe pensare che siano i combattimenti, fortemente ispirati a Darkest Dungeon, la parte più ostica, ma non è esattamente così. Vambrace: Cold Soul ostico lo è nella sua interezza, riuscire ad andare in fondo a una spedizione dipende dall'essere adeguatamente equipaggiati, dal mettere in piedi una squadra, tra le molteplici classi utilizzabili, con statistiche utili sia in esplorazione che in battaglia, dal fare le mosse giuste quando si tratta di sfoderare le armi e da un po' di fortuna, vista la natura casuale delle stanze che compongono le mappe da attraversare. Tutto gioca contro gli esploratori: già il solo rimanere esposti alle intemperie li fiacca nel vigore, trappole e battaglie ne diminuiscono la salute, e quando uno dei due parametri scende a zero muoiono, in maniera definitiva. C'è quindi una componente survival nel gameplay, ulteriormente amplificata dal fatto che le cure sono possibili sono in determinate aree, predominante e molto più influente ai fini della progressione rispetto a un sistema di combattimento invero piuttosto classico, nel quale comunque occorre studiare la disposizione, il raggio e le abilità dei membri della propria compagnia così come dei nemici.

[caption id="attachment_196353" align="aligncenter" width="1920"]Vambrace: Cold Soul screenshot I combattimenti a turni richiamano molto quelli di Darkest Dungeon[/caption]

Sottovalutare anche una dinamica di gioco di Vambrace: Cold Soul porta alla sconfitta (ma come detto c'è anche la possibilità di ritirarsi in ogni momento dalla spedizione, in maniera da salvare compagni e bottino raccolto), manca un qualsiasi sistema di progressione dei compagni (Evelia può invece usufruire di occasionali miglioramenti alle statistiche), il caso non di rado influisce molto sull'andamento della partita; tutte caratteristiche con le quali molti giocatori potrebbero non riuscire a venire a patti. Tutti gli altri però, pur dovendo fare i conti con altre problematiche, come un'interfaccia di gioco poco funzionale, potrebbero rimanere ammaliati dalla sua atmosfera affascinante e tetra, dall'estetica fine e dettagliata, da una storia coinvolgente, in definitiva da un'esperienza sicuramente spigolosa, ma in grado di catturare grazie alla sua particolarità.

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