The Ridiculous 6, la recensione
Prima produzione Netflix per Adam Sandler, The Ridiculuous 6 ricalca ciò che il comico americano ha sempre portato al cinema. E non è un complimento
The Ridiculous 6 con il titolo, il trailer e i titoli di testa prende di in giro gli Hateful 8 di Tarantino ma in realtà non centra niente. È una action comedy in pieno stile Sandler, tutta giocata su umorismo fisico e gag scatologiche, vagamente conservatrice e come accade nei suoi film da quando ha superato i 40 anni, piegata verso il lato familiare e buonista, con una totale esaltazione del protagonista (ma senza l’autoironia demenziale debordante che aveva trovato in Zohan).
Trama irrisoria, pretestuosa e utile unicamente a mettere in fila le gag di Sandler e soci, rigorosamente tutti impegnati uno o massimo due alla volta, come comici di uno spettacolo di varietà che si presentano a turno sul palco.
È un cinema “familiare” in un senso molto largo quello di Adam Sandler, uno che non solo gira intorno all’ideologia wasp più tradizionale e conservatrice ma che è proprio fatto da una famiglia. Si tratta di produzioni che coinvolgono tutti professionisti che si conoscono e amano lavorare insieme, una compagnia di giro che applica il medesimo canovaccio e la medesima struttura a diversi contesti per generare film nuovi. In The Ridiculous 6 troviamo infatti lo sceneggiatore Tim Herlihy e il regista Frank Coraci (con Sandler fin dagli inizi) e poi gli attori che nel tempo sono tornati più volte nei suoi film anche solo per piccoli cammeo come Steve Buscemi, John Turturro, Harvey Keitel, Jon Lovitz, Danny Trejo assieme ad altri nomi noti come Luke Wilson, Jorge Garcia, Taylor Lautner, Terry Crews e Rob Schneider.
Forse per continuità, forse per dimostrare che non c’è nulla di diverso dal cinema o per semplice economia di idee però The Ridiculous 6 non ha niente di diverso dai più fiacchi film che Sandler ha portato sul grande schermo.