TFF 32 - Mercuriales, la recensione

Mercuriales è un viaggio nell'amicizia femminile tra le due stangone bionde Joane e Lisa. Siamo nella periferia parigina. In Concorso al Torino Film Fest.

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Les Mercuriales sono due torri molto alte alla periferia est di Parigi completate nel 1975 ed ispirate alle Torri Gemelle del World Trade Center di New York.
Ma mercuriale è anche un aggettivo che significa vivace, scaltro, mobile, quasi inafferrabile. Deriva dal greco Mercurio, messaggero tra gli Dei dell'Olimpo e maestro di commercio, arte oratoria e ladrocinio.

Mercuriales di Virgil Vernier è senza dubbio un film mercuriale visto che comincia con un ragazzo nero un po' tonto di comprendonio protagonista e finisce con due stangone bionde che si salutano tra le lacrime dopo essere diventate grandi amiche.
Il ragazzo doveva occuparsi della sorveglianza delle Torri e sembrava proprio il leader del film nei primi minuti. Scomparirà presto dalla pellicola per tornare fuggevolmente custode di un supermercato e infine militare a zonzo con mitra e tuta mimetica a cercare di convincere, senza troppo mordente, un barbone a spostarsi da vicino i binari della ferrovia.

Joane (francese) e Lisa (moldava), invece, le vedremo diventare sempre meno di passaggio nel film visto si terranno compagnia chiacchierando di famiglia e aspirazioni, stabilendo un rapporto di genuina tenerezza. Maschi arrapati siete avvertiti: il rapporto non sfocerà in nulla di saffico nonostante le due bellissime stangone bionde dormano mezze nude insieme in più di un'occasione e facciano la pipì dentro una vasca in mezzo alla schiuma ridendo come matte. Che film è Les Mercuriales? Parte aggressivo e duro (c'è molta periferia, accenni costanti alla prostituzione o quantomeno mercificazione del corpo femminile, musica elettronica minacciosa) ma in realtà è molto dolce e anche ottimista. Joane si capisce che è parecchio frustrata (bella la sua tristezza durante il giorno del compleanno) e sicuramente il fatto che una delle sue amiche si sposi con un uomo all'apparenza perfetto non fa altro che ricordarle i fallimenti di tutta una vita. Vorrebbe fare la ballerina ma la vedremo lavorare in portineria proprio alle torri Les Mercuriales. Oppure eccola lì a ballare la lap dance in un locale equivoco dove Lisa si sente un pesce fuori d'acqua. Joane vorrebbe trovare l'amore della propria vita ma sembra poter ottenere al massimo rapporti da una notte e basta. Lisa invece è più solida. Viene dalla Moldavia e si aggira per questa periferia parigina con passo risoluto e voglia di conoscere qualcuno.

Le due sono alte, magre, dai fianchi stretti e dalle lunghe gambe affilate. Potrebbero essere sorelle. Potrebbero sembrare il perfetto prototipo della escort che viene dall'Est. Il fascino e il limite del film sono la loro attitudine a una certa presa di coscienza anaffettiva della realtà che le circonda.
Les Mercuriales, ripetiamo, gioca con tutta una serie di pregiudizi dello spettatore spiazzandolo con gusto e anche un certo divertimento sotterraneo. Lo apprezziamo ma la struttura è così episodica e da chiacchiera frivola che comunque è difficile vivere la pellicola con qualcosa di più che non sia una semplice curiosità nei confronti di queste donne così vicine nell'aspetto ma così lontane negli umori.
Troppo brutale la chiusa con una separazione che sa di contraddizione dopo che ci è stata fornita in voice over la descrizione del pianeta Mercurio, dotato di un emisfero tutto al buio (Joane) e uno tutto in luce (Lisa).

La metafora è forse un po' troppo banalotta e il film un po' troppo rilassato e superficiale per risultare pienamente convincente.
Certo è che Philippine Stindel è divertente, accattivante e imprevedibile nei panni dell'irrequieta ma molto spiritosa Joane.
Una giovane attrice mercuriale che ci piacerebbe rivedere presto per quanto è bella e brava.

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