Ted Bundy – Il male assoluto, la recensione
Il male assoluto riassume e raffigura con assoluta efficacia la figura del terrificante Ted Bundy
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Ted Bundy – Il male assoluto è l'ultimo volume uscito per la collana Real Cannibal. Con Andrej Čikatilo – Il predatore rosso, Charles Manson – Figlio dell’uomo e Ed Gein – La madre di tutti i serial killer, va a completare la prima tetralogia della serie curata da Luca Blengino e dedicata a più famigerati assassini della recente storia mondiale.
I testi di questo prologo sono stati firmati, per l'occasione, dal professor Massimo Picozzi. Il criminologo italiano ricorda quanto Ted Bundy sia uno dei casi più complicati in materia: nessuna patologia mentale, nessun passato traumatico alle spalle, nessun disagio o abuso di sostanze illecite; solo la scoperta in adolescenza che quella che credeva essere la sorella maggiore, con cui è cresciuto, era in realtà sua madre: un bugia per nulla insolita nell'America bigotta di metà '900, spesso attuata per scongiurare lo scandalo di una gravidanza indesiderata.
"Un'opera che non può mancare nella libreria di ogni fan Ink e di ogni amante del Fumetto horror."Da quella data, dall'epilogo della sua atroce carriera, inizia la non-fiction graphic novel di Di Virgilio, ordinata, geometrica, circolare. L'autore di origini napoletane organizza il suo soggetto in maniera rigorosa, seguendo cinque eclatanti casi imputati a Bundy, ognuno dei quali aperto e chiuso da un'intervista televisiva a persone a in qualche modo lui vicine: un docente di scuola, la sua biografa ufficiale, il difensore legale, uno psichiatra forense e perfino una donna che afferma di essere stata salvata dal carnefice, quando l'insospettabile omicida prestava servizio presso il Telefono Amico di Seattle. Gli autorevoli interventi sono un astuto espediente narrativo che amplifica il realismo del racconto e funge da stacco di incredibile impatto con le scene d'azione, scandite da indimenticabili canzoni pubblicate in quel periodo.
Knockin' on Heaven's Door (1965), intuiamo nella straordinaria interpretazione di Eric Clapton del 1975, ci presenta Lynda Ann Healy, la prima vittima accertata. Di Virgilio descrive le modalità del suo rapimento ma non quelle della sua morte. È un altro astuto escamotage per scaraventare in faccia al lettore - facendola anticipare da Might Just Take Your Life (1974) dei Deep Purple - la terribile sorte di Laura Aime, picchiata a sangue, sodomizzata e strangolata: non viene risparmiato alcun dettaglio e il risultato è agghiacciante. Così prosegue la sequela di eccidi, fino alla violenza scioccante, perpetrata sulla dodicenne Kimberly Leach, mentre alla radio va in onda Heroes (1977), di David Bowie. Quindi, si torna all'inizio della storia e al momento dell'esecuzione di Bundy.
Se la maestria di Di Virgilio ai testi è cosa nota, e questo quarto cartonato di Real Cannibal ne è l'ennesima testimonianza, risulta sorprendente la prova dell'esordiente Cittadini, dotato di uno stile cristallino, elegante, in grado di passare con naturalezza dalla linea chiara ai contrasti di bianco e nero più netti, per illustrazioni dai contenuti raccapriccianti.
In sole quarantotto tavole, Ted Bundy – Il male assoluto è in grado di riassumere e raffigurare con assoluta efficacia la figura del suo terrificante protagonista, dando vita a un'opera che non può mancare nella libreria di ogni fan Ink e di ogni amante del Fumetto horror.
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