Science+Fiction 2015 - Deathgasm, la recensione
Metal e demoni ma assemblati come non pensavamo, Deathgasm racconta la rabbia giovane portando i luoghi comuni all'esasperazione con divertimento
La trama è un attimo: un gruppo di metallari mediamente sfigati, satanisti senza crederci, entra in contatto con un antico spartito, una melodia satanica che subito suonano e, contro ogni previsione, effettivamente inizia a funzionare, a portare sulla terra i rappresentati di Satana, gli stessi che poi dovranno combattere.
Da un lato Deathgasm ama e conosce il genere della lotta ai demoni da parte di ragazzi che fino al giorno prima erano considerati degli outsider, dall’altra invece porta con sè una carica nera che ben si sposa con il tema. Il metal e la cultura metallara infatti non è solo uno sfondo ma parte del film. In tutta la storia di un gruppo di amici contro i demoni quell’idea di fratellanza, comunanza di interessi e soprattutto di diversità e sostanziale alterità dagli “altri” è molto forte. Il desiderio di non prendere parte alla felicità del conformismo, che è una delle molte componenti dell’etica metal (unita ad una necessaria autoironia nei confronti dei luoghi comuni più inevitabili di quella sottocultura), diventa in Deathgasm voglia di uccidere e massacrare, desiderio di vendetta e odio puro, senza vergogna. La rabbia repressa diventa rabbia omicida.