Malloy - Gabelliere Spaziale, la recensione
Abbiamo recensito per voi Malloy - Gabelliere Spaziale, la nuova opera di Marco Taddei e Simone Angelini
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Provate voi a fare un lavoro del genere, a lavorare per un'organizzazione burocratica priva di scrupoli al servizio dell'ideale della mediocrità, interessata solo al mantenimento dell'ordine e della regola a tutti i costi, il cui imperatore ha l'aspetto di un impiegato di banca annoiato e solitario, senza nemmeno una singola caratteristica notevole. Vedremo come farete, senza un arsenale avveniristico, senza un eloquio a metà tra quello di un cavaliere medievale e il protagonista di un film d'azione americano degli anni Ottanta, una specie di crasi tra Parsifal e Steven Seagal. Sicuramente non sarete efficaci come Malloy, che del Paravatz è chiaramente il miglior gabelliere in assoluto. Il che significa che è un duro, che sa cavarsela in ogni situazione, che beve forte e che non si spaventa di fronte a niente.
Il risultato è un fumetto che non è una parodia, ma una lettura straniante. Siamo sempre sul limite della risata, siamo quasi oltre il segno della caricatura grottesca. Ma non ridiamo mai e, dopo un po', ogni bizzarria ci sembra normale, perché è la norma del mondo di Malloy - Gabelliere Spaziale, come ci viene fatto comprendere sin da subito. Ecco perché non è un problema se la trama sembra non avere una vera soluzione di continuità, se il caso è una molla fondamentale di quel che vediamo accadere sulla pagina, con ritmo sempre compassatissimo, nonostante sia tutto un inseguirsi di combattimenti e azione. Angelini e Taddei mettono il loro monolitico personaggio al centro di un caos a cui non si sfugge. Il freddo calcolo razionale alla base della mentalità di Malloy e il labirinto senza criterio del mondo che ha attorno si ignorano vicendevolmente, senza intaccarsi l'un l'altro o quasi. Malloy non ha bisogno di dare ordine a un mondo caotico. Il suo compito è semplice ed imperativo: trovare l'oro del Paravatz. Il caos è solo un intrico di rami che lui taglia con una falce multidimensionale, come l'esploratore nella foresta inesplorata. Non ha bisogno di risposte, solo di sapere di aver fatto il proprio mestiere. O quasi.
Siamo contenti che una storia così sia stata scritta e disegnata in Italia e che a pubblicarla sia una major come Panini Comics. Da leggere, correndo coraggiosamente il rischio di chiudere l'ultima pagina con la sensazione di essere stati presi in giro da Taddei e Angelini. Vedrete che vorrete loro bene lo stesso.