L'Abbiamo Fatta Grossa, la recensione
Parte da uno spunto da commedia italiana degli anni '50 L'Abbiamo Fatta Grossa, tutto miseria e caratteristi per far ritrovare a Verdone la vena migliore
C’è dunque il denaro anche al centro di L’Abbiamo Fatta Grossa, è un MacGuffin, un espediente come un altro per scatenare il movimento, l’azione, le gag e l’intreccio. I soldi arrivano dentro ad una valigetta che muove la storia. A recuperarla per errore è un investigatore privato da nulla (che vive in casa con la zia per non pagare l’affitto), indagando su un caso d’infedeltà per conto di un attore squattrinato. I due hanno un grande bisogno di denaro, proprio quello che la valigetta contiene a colpi di biglietti da 500 euro. Com’è facile immaginare quei soldi appartengono a qualcuno di pericoloso, qualcuno che si farà avanti per riaverli proprio quando i due per errore sembrano averli persi. L’intreccio non ha nulla di creativo ma il film invece sì.
Forse proprio per questa leggerezza colpisce la maniera in cui intorno ai due protagonisti il film riesca a raccontare un mondo allo sfascioTutto è ben accoppiato ad un’aria da commedia poliziesca che dona al film il ritmo migliore, anche grazie alla collaborazione con Antonio Albanese. L’affiancamento a questo coprotagonista e di fatto cosceneggiatore crea un’alchimia potente, un umorismo molto più fresco del solito di cui beneficia Verdone in primis. Eppure, come sempre gli capita nei suoi film migliori, è nello sfondo che Carlo Verdone trova la risorsa migliore. L’Abbiamo Fatta Grossa non ha la seriosità e le pretese audaci dei suoi film migliori, tuttavia forse proprio per questa leggerezza colpisce la maniera in cui intorno ai due protagonisti il film riesca a raccontare un mondo allo sfascio, uno fatto di anziane con le visioni e le pulsioni insoddisfatte che vengono a bussare nel sonno, di persone che non hanno mai visto una banconota da 500 euro (è la gag ricorrente del film che si presenta ogni qualvolta i due vogliano spendere il denaro in questione) e di cantanti che in realtà lavorano in bar squallidissimi.
Muovendosi in un territorio per lui inusuale Verdone ha trovato una felicità realizzativa confortante.