Il grifone d’oro, la recensione
Il grifone d'oro è un'opera peculiare e sorprendente che pretende un approccio attivo da parte del lettore
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Insieme a Lungo i bordi, Il grifone d'oro fa parte delle recenti proposte dell'interessante collana Henry Darger, lanciata da Canicola per ospitare storie brevi in formato comic-book firmate da giovani emergenti del Fumetto.
La storia rispecchia una serata qualunque, con il ragazzo che, dopo l'ennesimo alterco con il titolare, lascia la locanda per incontrare Gianni. La relazione tra i due non è affatto stabile, soprattutto per colpa di quest'ultimo, decisamente più maturo del protagonista e poco interessato a stringere legami emotivi. Francesco è una persona sostanzialmente sola, e ha come unica amica e confidente la giovane collega che serve con lui al ristorante; è inoltre fortemente legato ai social network e, come molti della sua generazione, talvolta, vi si rifugia per colmare un vuoto affettivo, cercando contatti e - magari - incontri occasionali.
"Ascione popola le pagine di esseri fantastici e variopinti, conferendo alla storia uno spessore grafico sorprendente e un ulteriore e più profondo livello di lettura."Le strane creature fantasy dai colori sgargianti che invadono le vignette de Il grifone d'oro non sono elementi fini a se stessi: visivamente rappresentano il non detto e danno forma - talvolta con una certa ironia - agli umori e ai sentimenti che pervadono i personaggi.
In maniera personalissima, l'autore riesce a trasmettere appieno il sentire del suo protagonista, i dubbi e le debolezze di un'età in bilico tra la definitiva emancipazione dall'adolescenza e la paura dell'onere di diventare adulti.
Il grifone d'oro è un fumetto sorprendente: di primo acchito spiazza e confonde, in quanto pretende grande attenzione da parte del lettore, il quale viene coinvolto in una quest imperniata sulla giusta chiave interpretativa. In tal senso, qui la quarta parete crea una diffidenza iniziale verso la finzione del racconto, invece che sospenderla; ma una volta superato l'ostacolo e compresi i meccanismi alla base della sua narrazione, l'opera di Ascione è godibile in tutto il suo fascino e la sua originalità.
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