Il Grande Diabolik 49: Una vendetta in sospeso, la recensione

Una vendetta in sospeso certifica per l'ennesima volta la qualità e il valore della proposta de Il Grande Diabolik

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Il Grande Diabolik 49: Una vendetta in sospeso, anteprima 01 (chine)

Come vi abbiamo riportato con largo anticipo, quest'anno la formula primaverile de Il Grande Diabolik – che racconta eventi del passato affidandosi alle matite di Giuseppe Palumbo – è stata applicata al numero estivo. Il direttore di Astorina, Mario Gomboli, ha voluto dare maggiori dettagli in merito a questa decisione nell'introduzione dello speciale: da un'indagine della casa editrice milanese, non abbastanza fan di Diabolik conoscono l'arte di Palumbo, e di conseguenza il passato del Re del Terrore; una percentuale non trascurabile, inoltre, legge fumetti solo nel periodo estivo. Da qui la decisione di invertire le uscite.

Coloro che hanno acquistato Una vendetta in sospeso, arrivato in edicola lo scorso 15 luglio e ancora facilmente reperibile, non potranno lamentarsi della scelta editoriale di Astorina, che ha sfornato un'indiscutibile perla estiva. Nato da un'idea di Thomas Pistoia, il fumetto vede come di consueto Gomboli e Tito Faraci al soggetto, con il secondo responsabile anche della sceneggiatura. I disegni del lungo flashback che fa da storia portante sono di Palumbo, mentre quelli di collegamento, legati al presente, sono firmati dal copertinista della serie regolare, Matteo Buffagni, all'esordio sulle pagine del quadrimestrale.

Il racconto prende il via da un ricordo dell'Ispettore Ginko assai remoto e legato a un'amicizia dell'epoca, l'agente speciale Emilio Desmond, a cui il tutore della legge a Clerville sembra tenere ancora, tanto da provare a ricontattarlo. In quegli anni, i due poliziotti hanno condiviso la lotta a una spregevole organizzazione malavitosa, dedita non solo allo spaccio di droga ma anche alla tratta di minorenni.

"Una vendetta in sospeso certifica per l'ennesima volta la qualità e il valore della proposta de Il Grande Diabolik."Ginko e Desmond hanno unito le forze per porre fine a quell'orrore, condividendo momenti di complicità ma anche di sincero dolore per la sorte delle povere ragazzine, considerate alla stregua di bestie e destinate al piacere di ricchi signori. Ai tempi, Diabolik era soltanto un'inquietante leggenda metropolitana a cui soltanto Ginko, quasi considerato un folle, non prestava fede, insistendo che si trattasse di un qualche fuorilegge in carne e ossa. Le vite dell'ispettore e del criminale finirono per incrociarsi per puro caso in quell'occasione.

Alla narrazione sentita del primo, nella successiva metà del brossurato segue quella più asciutta del secondo, che aggiunge tasselli fondamentali al mosaico, dimostrando di avere anch'egli a cuore le sorti delle giovani donne: lo ammireremo sul finire nei panni di vero e proprio giustiziere, un ruolo non così insolito per l'antieroe delle Sorelle Giussani.

Una vendetta in sospeso certifica per l'ennesima volta la qualità e il valore della proposta de Il Grande Diabolik. Alla maestria dei testi di Gomboli e Faraci, un binomio di penne tra i più felici e prolifici del nostro panorama, fa eco lo stile intenso, fluido e potente di un grande nome del Fumetto italiano come Giuseppe Palumbo, a cui si contrappone quello regolare, netto ed elegante di un talento internazionale come Matteo Buffagni. Le loro personali interpretazioni del protagonista e del suo acerrimo rivale sono tanto diverse quanto iconiche; così come quella di uno dei tanti riuscitissimi comprimari, Marco Liden – vertice della piramide criminosa combattuta da Ginko e Desmond – dalla quale traspare l'essenza di un'anima nera, viscida e imbellettata.

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Fonte immagini: Diabolik – Il Re del Terrore

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