Crossbones 1x01 "The Devil's Dominion": la recensione

Recensione di Crossbones: la serie piratesca con John Malkovich è una delusione

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Quando chiedersi perché un personaggio che si chiama Barbanera ha solo un pizzetto di peli bianchi in faccia è l'unico pensiero degno di nota nel corso di un episodio, è indice che forse qualcosa non sta andando per il verso giusto. E in effetti c'è ben poco da sottolineare, e ancora meno di positivo da evidenziare, nel pilot di Crossbones, produzione estiva della NBC. Drama a sfondo piratesco sospinto in avanti dall'interessante presenza di John Malkovich in un ruolo centralissimo, lo show contrappone ad un numero impressionante di svolte ed eventi un'esecuzione tra il mediocre e l'anonimo, non costruendo praticamente nulla degno di nota.

Come ci racconta prontamente una voce narrante all'inizio della puntata, il contesto è quello delle rotte commerciali tra il Vecchio e il Nuovo Mondo nel Settecento dominato dalla marina britannica. Una nuova invenzione, che consente di tracciare con precisione la posizione delle navi, sovvertirebbe gli equilibri in gioco e rappresenterebbe l'arma definitiva per spazzare via i pirati che solcano i mari. La nave diretta a Londra, sulla quale viaggia l'inventore in compagnia del prototipo, viene assaltata dai pirati di Edward "Barbanera" Teach: materiale e prigionieri a bordo vengono quindi trasportati di peso sull'Isola di New Providence. La vicenda viene narrata attraverso il punto di vista di Tom Lowe (un poco incisivo Richard Coyle), medico e non solo, infiltrato a bordo della nave per impedire che il macchinario finisca nelle mani del nemico e per uccidere lo stesso Barbanera.

Questo l'incipit e qualcosa in più della storia raccontata nel primo episodio, intitolato The Devil's Dominion. Altro ci sarebbe da dire, ma sono davvero molti gli eventi e le svolte accumulati in un pilot denso per situazioni e dal ritmo sostenuto. La sceneggiatura, scritta addirittura a sei mani da Neil Cross, James V. Hart e Amanda Welles, lavora sulla quantità, lancia una serie di spunti narrativi e caratteriali verso il futuro, passa in rassegna puntualmente le singole motivazioni e caratterizzazioni, praticamente ancitipando se stessa e indirizzandoci su "rotte classiche" nell'evoluzione probabile dei rapporti tra i protagonisti. Tutto è molto, troppo canonico e anonimo, nessuna situazione riesce mai ad emergere o a incuriosire veramente, e quando anche la regia di un professionista come David Slade (Hard Candy, 30 giorni di buio) deve adeguarsi ad una risoluzione sfocata per nascondere le nudità della protagonista, allora è evidente che si cammina con il freno a mano tirato.

Fotografia anonima, una scrittura poco coerente, che oscilla tra dialoghi ora troppo verbosi ora troppo meccanici ed espositivi, un'ambientazione esotica che non traspare mai – se non per le innumerevoli scene di bagno a mare di Kate (interpretata da Claire Foy) – e un livello interpretativo tra il sufficiente e l'inaccettabile (il personaggio di Fletch interpretato da Chris Perfetti davvero non funziona). A questo punto la particolare costruzione del personaggio di Barbanera, un po' per il nome che porta, un po' per il volto noto che si cela dietro la sua interpretazione, sembrerebbe essere l'unico motivo d'interesse per la vicenda. E bisogna dire che la costruzione particolare, quasi da figura ascetica, di Edward Teach regala gli unici sussulti – positivi o meno è tutto da vedere – dell'episodio, tra visioni quasi orrorifiche e momenti sopra le righe (come un Malkovich in versione "Pinhead" che abbiamo scelto per l'immagine principale). È comunque un po' poco per giustificare la visione di un prodotto che, in una programmazione estiva più affollata del solito, rischia di naufragare.

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