Copperhead vol. 1: Un nuovo sceriffo in città, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Copperhead, di Jay Faerber e Scott Godlewski, edito da saldaPress
La Bronson è una donna adulta, né giovane né vecchia, madre di un bambino di nome Zeke. Sul loro passato, così come sull'identità del padre del piccolo, non sappiamo quasi niente, ma è facile intuire che i due abbiano vissuto qualcosa di drammatico nel loro recente passato, e se non in fuga, sono di sicuro alla ricerca di un nuovo inizio, su un nuovo mondo. La realtà di Copperhead è però quella della proverbiale quiete che precede l'inevitabile tempesta, e subito dopo il suo arrivo la protagonista si troverà a indagare, assieme al suo brusco e quasi mostruoso vice Budroxifinicus - l'alieno sarà ribattezzato ben presto Boo - su un misterioso omicidio multiplo, del quale è stata vittima una famiglia, quasi del tutto decimata.
È questa la trama di Copperhead, serie a fumetti Image Comics portata (finalmente) in Italia da saldaPress, e co-creata da Jay Faerber e Scott Godlewski, autori rispettivamente di testi e disegni. Gli elementi perché questo fumetto sia un buon racconto che mischia la fantascienza al fantasy, dando vita a quel meraviglioso genere narrativo noto come space opera, ci sono tutti: azione, mistero, alieni di eterogenea natura, Intelligenze Artificiali, guerre tra specie e mondi, criminalità e simbologia.
Il fumetto nasce ed è prima di ogni cosa una forma di intrattenimento, e sotto questo profilo Copperhead riesce benissimo, lasciando ben sperare per il prosieguo della storia. In tutta questa "leggerezza" - termine da leggersi nella migliore accezione possibile - Faerber è molto bravo a inserire elementi più "pesanti", e come tali difficili da trattare, dal rapporto madre/figlio, alla difficoltà innata che hanno specie diverse nell'imparare a coesistere (col razzismo sempre pronto ad affiorare), sino alla tematica importante, di natura etica, di ciò che un'Intelligenza Artificiale è davvero.
Anche il tratto di Godlewski, pulito e sintetico, dalle linee sottili ma taglienti, non è nulla di particolarmente inedito, ma anche qui, tale tipo di disegno si sposa molto bene con una storia di questo genere, rendendo lo storytelling davvero fluido, grazie anche a una costruzione della pagina ordinata e che permette una scorrevolezza quasi cinematografica, specie nelle sequenze maggiormente concitate e più dal sapore action.
A conti fatti, dunque, il primo volume di Copperhead ci ha presentato una serie molto buona, che parte bene e crediamo possa crescere esponenzialmente quanto progressivamente, ma che, fondamentalmente, diverte. E questo è qualcosa di assolutamente non scontato.