Copperhead vol. 1: Un nuovo sceriffo in città, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume di Copperhead, di Jay Faerber e Scott Godlewski, edito da saldaPress

Condividi

In una galassia lontana lontana, in un futuro imprecisato, esiste il pianeta Jasper, colonizzato dagli esseri umani dopo una misteriosa quanto cruenta guerra contro la popolazione indigena di questo mondo. Jasper è una realtà estremamente caratteristica, popolata da diverse razze che vivono in apparente armonia l'una con l'altra, e al centro di questo mondo è situata la città nota come Copperhead. Sono queste le informazioni iniziali che abbiamo sulla location entro la quale la neo-sceriffo Bronson si troverà a operare.

La Bronson è una donna adulta, né giovane né vecchia, madre di un bambino di nome Zeke. Sul loro passato, così come sull'identità del padre del piccolo, non sappiamo quasi niente, ma è facile intuire che i due abbiano vissuto qualcosa di drammatico nel loro recente passato, e se non in fuga, sono di sicuro alla ricerca di un nuovo inizio, su un nuovo mondo. La realtà di Copperhead è però quella della proverbiale quiete che precede l'inevitabile tempesta, e subito dopo il suo arrivo la protagonista si troverà a indagare, assieme al suo brusco e quasi mostruoso vice Budroxifinicus - l'alieno sarà ribattezzato ben presto Boo - su un misterioso omicidio multiplo, del quale è stata vittima una famiglia, quasi del tutto decimata.

Nel corso delle indagini, avremo modo di scoprire sempre di più su una realtà bizzarra quanto distopica, che nasconde tantissime verità nascoste che verranno rivelate a poco a poco, mentre sembra che il passato della Bronson e di suo figlio sia sempre dietro l'angolo, pronto a tornare a bussare da un momento all'altro.

È questa la trama di Copperhead, serie a fumetti Image Comics portata (finalmente) in Italia da saldaPress, e co-creata da Jay Faerber e Scott Godlewski, autori rispettivamente di testi e disegni. Gli elementi perché questo fumetto sia un buon racconto che mischia la fantascienza al fantasy, dando vita a quel meraviglioso genere narrativo noto come space opera, ci sono tutti: azione, mistero, alieni di eterogenea natura, Intelligenze Artificiali, guerre tra specie e mondi, criminalità e simbologia.

Faerber è sicuramente un amante della fantascienza, e come tale è pienamente consapevole di cosa funziona o no in una storia di questo genere, riuscendo anche a contaminarla sapientemente con altri elementi narrativi. In Copperhead è facile rilevare aspetti "rubacchiati" qua e là ad altre opere sci-fi, a partire dalla natura stessa del pianeta Jasper, che ricorderà facilmente Tattooine a chiunque conosca anche solo i fondamentali di Star Wars, ma allo stesso tempo il lavoro dello sceneggiatore è apprezzabile in quanto riesce a dar vita a un racconto fresco e dinamico, piacevole e leggero, che si legge tutto d'un fiato, ma che allo stesso tempo va a imbastire una sotto-trama di più ampio respiro, della quale abbiamo appena avuto un accetto i questo primo volume.

Il fumetto nasce ed è prima di ogni cosa una forma di intrattenimento, e sotto questo profilo Copperhead riesce benissimo, lasciando ben sperare per il prosieguo della storia. In tutta questa "leggerezza" - termine da leggersi nella migliore accezione possibile - Faerber è molto bravo a inserire elementi più "pesanti", e come tali difficili da trattare, dal rapporto madre/figlio, alla difficoltà innata che hanno specie diverse nell'imparare a coesistere (col razzismo sempre pronto ad affiorare), sino alla tematica importante, di natura etica, di ciò che un'Intelligenza Artificiale è davvero.

Anche il tratto di Godlewski, pulito e sintetico, dalle linee sottili ma taglienti, non è nulla di particolarmente inedito, ma anche qui, tale tipo di disegno si sposa molto bene con una storia di questo genere, rendendo lo storytelling davvero fluido, grazie anche a una costruzione della pagina ordinata e che permette una scorrevolezza quasi cinematografica, specie nelle sequenze maggiormente concitate e più dal sapore action.

A conti fatti, dunque, il primo volume di Copperhead ci ha presentato una serie molto buona, che parte bene e crediamo possa crescere esponenzialmente quanto progressivamente, ma che, fondamentalmente, diverte. E questo è qualcosa di assolutamente non scontato.

Continua a leggere su BadTaste