#Top2015: I 10 migliori film del 2015 che probabilmente in Italia non usciranno mai

Non sono arrivati nel nostro territorio e probabilmente mai ci arriveranno, lo stesso li abbiamo visti e sono stati tra i film più belli dell'anno

Critico e giornalista cinematografico


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Come ogni anno, anche nel 2015 sono stati diversi film realizzati che non hanno avuto distribuzione italiana (e soprattutto che sembra non l’avranno) eppure sarebbero valsi il prezzo del biglietto. Sono (quasi) tutte opere di nuovi autori o nomi poco noti, in alcuni casi si avvalgono di attori molto noti, di certo sono stati una scoperta già alla prima visione.

Spesso si è trattato di opere che abbiamo potuto ammirare in qualche festival. Per quasi tutti purtroppo una distribuzione italiana è sempre meno probabile anche a causa dell’ormai eccellente reperibilità nel circuito pirata (dovuta all’uscita del Blu-Ray Disc in alcuni paesi).

Oltre a questa classifica per quest’anno abbiamo previsto anche la più classica dei migliori film usciti in Italia e una per i migliori film di genere, che troverete in questi giorni sul sito.

Nota: se per caso i diritti un film sono stati acquisiti da un distributore italiano, vi invitiamo a segnalarcelo nei commenti!

10. Behemoth

Cinema durissimo e senza compromessi, disposto a non concedere nulla allo spettatore e molto simile ad un’impervia montagna da scalare. Giungere alla fine di questo documentario su ciò che accade nelle regioni rurali della Cina è un viaggio in immagini di sorprendente bellezza che portano ad un finale mostruoso per ambizione e capacità visiva. Una vera Odissea dello sguardo, inevitabilmente per pochi (fortunati). - RECENSIONE

9. Green room

Green Room è la storia di una serata di un gruppo musicale da quattro soldi che finisce molto male per colpa di un covo di neonazisti. Dopo Blue Ruin un nuovo film in cui Jeremy Saulnier dimostra di sapersi divertire come pochi con il cinema di genere. Ambizioso e capace di gestire ritmi e passioni come pochi, Saulnier mescola adesione maniacale alle regole e al tono del cinema di suspense e di violenza con un gusto ironico che non sottrae mai nulla alla tensione verso la brutalità. - RECENSIONE

8. The Wolfpack

NOTA: Come ci avete segnalato, questo film in realtà è uscito al cinema ed è stato anche trasmesso su Sky Cinema, a febbraio uscirà in Home Video grazie a CGHV!

La vera storia di un gruppo di fratelli mai usciti di casa fino a più della maggiore età. Cresciuti dai genitori dentro le mura del loro appartamento di New York i fratelli hanno tutti lunghi capelli neri e una passione indescrivibile per il cinema, unica maniera con cui hanno conosciuto il mondo. Rifanno i film che amano, li reinterpretano e rimettono in scena dentro le mura casalinghe fino a che un giorno non decidono di ribellarsi e per la prima volta uscire in strada.
Non c’è finzione, The Wolfpack è un documentario su una delle storie più eccezionali che sì possa avere la possibilità di guardare. - RECENSIONE

7. A most violent year

È il nuovo film del regista di All is lost e si fregia di un cast che comprende Jessica Chastain e Oscar Isaac (dopo A proposito di Davis e con Ex Machina e Il risveglio della forza si conferma uno degli attori più determinanti dell’anno). La vita di un imprenditore nella New York del 1981, uno degli anni più violenti nella storia di quella città. La forza di volontà e la determinazione con la quale il protagonista tiene duro e in prima persona cerca di mantenere in piedi la sua attività non sono lontane da quella tenacia animale di All is lost.

6. Paradise in service

Non ne ha parlato nessuno di questo bellissimo film visto alla Berlinale. Opera cinese che parla di Taiwan e del periodo in cui era un luogo conteso durante la guerra. Puro cinema di umanità, di soldati e prostitute belle e rigogliose, positivista e incredibilmente americano (potrebbe averlo girato Zemeckis) per essere cinese. Narrazione a livelli altissimi e grande sentimentalismo virile. Una perla. - RECENSIONE

5. The survivalist

Ce lo ha mostrato il Science + Fiction Festival di Trieste questo trattato asciutto e spietato sulla natura umana che si svolge in un futuro regredito, uno in cui la razza umana vive allo stato selvaggio. Sembra quasi un western moderno fatto di incomunicabilità e necessità di rimanere vivi ma tutto proiettato avanti nel tempo. - RECENSIONE

4. Mr. Six

A Venezia è stato forse questo il film più sorprendente. Storia di criminalità, di grandi gangster che non riconoscono più gli anni in cui vivono e di piccoli pesci arroganti. Un noir francese che invece è sbocciato in Cina. Un uomo, stimato e amato nel suo quartiere si batte per dare una seconda possibilità a suo figlio e contemporaneamente mantenere fede al “codice” criminale secondo il quale è cresciuto, quello che oggi nessuno sembra rispettare. Mr Six è pieno di momenti bellissimi e di una tale ampiezza umana da essere contagioso. - RECENSIONE

3. Sunset song

Il Via col vento scozzese diretto da Terence Davies è un film di rara poesia. Epica bellissima di una donna e una famiglia e poi ovviamente un paese (la Scozia, non l’Inghilterra). Fondato sul silenzio, sebbene pieno di musica e dialogo, Sunset song tenta di nuovo di raggiungere quell’equilibrio a cui Davies mira in ogni suo film, quello tra la patina edulcorata del ricordo e la dolce elegia della poesia visiva. Un vero must per ogni amante del cinema più serio. - RECENSIONE

2. Bone tomahawk

Forse il lato positivo di questi anni che viviamo, totalmente privi di cinema western, sono i piccoli exploit che il genere regala ogni tanto. Sparuti e barbari, talmente fuori moda da essere inevitabilmente generati da una voglia profonda di affrontare le radici dello spirito che anima questo tipo di pellicole, i western dei nostri anni vanno coccolati tutti, uno per uno. Bone Tomahawk è puro west ingiusto, luogo di morte e sopraffazione, un film maschilista nell’animo ma girato con la testa, pensato tutto a partire dall’esaltazione della maniera in cui gli uomini vivono la parte sentimentale della vita e imperniato, come comanda il genere, su un salvataggio incredibile contro un nemico con il quale non è possibile empatizzare.
Lo stesso però la parte migliore del film è forse la prima, quella che si svolge prima che parta l’intreccio, in cui vengono gettate le fondamenta per la storia. C’è un modo talmente delicato e invisibile di presentare i personaggi che da solo vale la visione.

1. Tangerine

Girato con un iPhone e animato da una scarica elettrica Tangerine è cinema ridotto all’osso, narrazione pura di un universo nel suo contesto. Personaggi e paesaggi sembrano un tutt’uno che non si può scindere, questi esseri umani potevano generare senso con le loro peripezie futili solo in quei luoghi e Sean Baker non si risparmia nel mostrare gli sfondi, nel muoversi negli ambienti e lasciare che lo spostamento della protagonista metta in luce tutti i luoghi che attraversa.
Prendendo il meglio del cinema underground degli anni ‘90 e unendolo alle possibilità della tecnologia di ripresa moderna e dell’evoluzione del linguaggio, Tangerine racconta con umorismo un ordinario triangolo amoroso e passionale che avviene tra un’umanità straordinaria. - RECENSIONE

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