Top 2016: I migliori 10 film dell'anno non usciti in Italia (per ora)!

Li abbiamo visti ai festival e attendiamo spasmodicamente il loro arrivo da noi, o che almeno qualcuno compri i diritti di distribuzione

Critico e giornalista cinematografico


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Dopo la classifica dei migliori film usciti in Italia nel 2016, come da tradizione, tocca a quelli non usciti, il meglio del meglio visto in giro. Alcuni già è noto che usciranno presto in Italia (tra Gennaio e Febbraio, pronti per gli Oscar), altri invece più avanti, altri ancora non si sa se ce la faranno mai.

Una volta tanto è questa la classifica più bella, quella con i film più soddisfacenti, le scoperte più clamorose e gli autori più grossi. Se ci dice qualcosa è soltanto quanto sarà difficile fare la classifica dei film usciti in Italia nel 2017.

on-the-milkey-road-na-mlijecnom-putu-venice-210. Sulla Via Lattea

Ci ha messo 5 anni Kusturica a fare questo film e finalmente ne vale la pena. Non solo la scelta inedita di se stesso come protagonista è fenomenale (chi l’avrebbe mai detto fosse una maschera così dolce?!), ma anche il suo consueto passo furioso e caotico trova nuove vette espressive, nuove assurdità, e una volta tanto la spasmodica ricerca di una poesia campagnola sempliciotta è fruttuosa! Ora abbiamo capito che film voleva fare in tutti questi anni in cui sembrava non riuscirgli nulla.

59. Elle

È un Paul Verhoeven in forma quello che ha portato a Cannes un film ironico e cattivo. C’è Isabelle Huppert che subisce violenze, le cerca, le chiama, le infligge e stringe un legame stranissimo con i suoi assalitori. Ci sono piccole realtà per bene e legami familiare asfissianti, tutto intorno al concetto di essere donna, in un film che davvero nessun altro avrebbe il coraggio e forse anche il permesso di fare.

214-838-7528. Safari

Ulrich Seidl, seguendo una coppia che aveva già incontrato in occasione del suo documentario precedente sugli scantinati austriaci, gira un altro documentario ma sui safari organizzati. Persone abbienti si recano in Africa, all’interno di zone appositamente dedicate e sparano ad animali da grandissima distanza, aiutati dalle guide. Questi poi vengono spellati e macellati per essere mangiati. Tutto legittimo, tutto a pagamento, tutto regolare. Però l’occhio di questo cineasta pazzesco tradisce la continua presenza dell’esatto opposto logico di quelle sensazioni di machismo e grandeur che i protagonisti cercano.

40bb64247ebd2e214495287c6b591784fb6194ab7. Jackie

Larrain ricostruisce i tre giorni successivi alla morte di JFK nella vita di sua moglie, rimasta al suo posto e incaricata di organizzare un funerale contro ogni regola perché il marito rimanesse nella memoria del paese. Questa sinossi sembra quasi sia stata imposta a Larrain (non lo so, è un’impressione), tanto a lui importa poco, tanto i punti fondamentali di questo ragionamento sono esposti con una banale frettolosità che non ha niente a che vedere con la minuzia e la raffinatezza con la quale invece è mostrato il vero cuore del film, il rapporto tra la Casa Bianca e questa donna, tra il ricordo di quel che è stato per un momento e il concetto di potere espresso dagli ambienti.

1232907_the-lovers-and-the-despot6. The Lovers and The Despot

Visto al Festival di Berlino e al momento assolutamente non in odore di distribuzione, questo documentario è un esempio di narrazione impeccabile a partire da una storia pazzesca. Moglie e marito, che erano anche regista e attrice tra i più famosi della Corea Del Sud negli anni ‘60, vengono rapiti in momenti diversi dalla Corea Del Nord e messi a lavorare nella loro industria filmica di propaganda a forza. Diventeranno bandiere di quel regime ma sotto sotto meditano una clamorosa fuga che coinvolgerà festival di cinema e critici. Tutto vero. Tutto incredibile.

5. Manchester By The Sea

Che un film simile esista, con questo budget, questi attori e questo alto profilo, distribuito per di più da una major, sembra un piccolo miracolo, un’impresa da anni ‘70 di Hollywood. Invece è così, Manchester By The Sea sembra un film d’autore nel vestito buono del cinema per le masse, ha interpretazioni sopra ogni media del cinema mainstream, racchiude in alcuni momenti l’essenza dell’animo umano, e ha uno storytelling raffinatissimo, che avvince in una melma dolorosissima ben prima di scoprire per bene cosa sia accaduto. Di lui non rimane tanto la trama e l’intreccio ma la sensazione di stare a Manchester By The Sea, con quel vento, quella tristezza nel cuore e quel buco profondo. Non vincerà niente ma sarà il beniamino di tutti quelli che l’avranno visto.

americanhoneysashashia-0-04. American Honey

Il miglior film di Andrea Arnold, quello che finalmente la consacra. In America un gruppo di adolescenti gira in bus e raccoglie soldi vendendo abbonamenti a periodici. Di fatto si finanzia un’eterna gita senza adulti ma comandata da una di loro, il boss che ha un rapporto indefinibile con il più cool della banda. Attraverso la nuova arrivata seguiamo il loro viaggio e le loro assurdità. Facciamo un gran parlare di chi mostra “un’America diversa” ma finalmente qualcuno lo fa, con un piglio, un atteggiamento e un punto di vista davvero, radicalmente differente. Uomini ridotti a donne oggetto in un gruppo in cui sembra contare solo il sesso femminile, luoghi bigotti, esistenze ai margini che nessuno racconta.

59130_ppl3. Arrival

Un film di fantascienza che, come nei casi migliori del genere, non si ferma al racconto di qualcosa di possibile o impossibile nel futuro ma va più in profondità. Affonda le radici nel linguaggio, nella sete di sapere, nei limiti della conoscenza e nel brivido intellettuale di una mente scientifica all’opera. Come tutta la Nuova Fantascienza anche Arrival non ha nemici, non ha avventura e ha un’idea completamente diversa di azione. Un film perfetto.

lala-land-22. La La Land

Non abbiamo mai visto musical che ci parlassero come dei contemporanei, che non ritirassero fuori vecchi stilemi per rimpiangere vecchi tempi ma volessero davvero trasportare quelle idee nel presente per essere moderni. Damien Chazelle stravolge e omaggia, sconvolge e coinvolge, gira un film pieno di tecnica e idee con un senso di ottimismo e sentimentalismo cui non siamo più abituati, ma che diventa immediatamente contagioso e non se ne vuole più fare a meno.
Il cinema dei sentimenti positivi è diventato negli ultimi decenni il cinema peggiore, quello puerile e svogliato, mieloso e banale, una volta invece era quello migliore. La La Land fa da ponte.

watch-new-international-trailer-for-the-chaser-director-hong-jin-nas-cannes-ready-thriller-the-strangers-81. The Wailing

Il Diavolo è in città.
Le possessioni si moltiplicano sotto una pioggia infame e un piccolo poliziotto di provincia indaga con preoccupazione crescente. Quando tra le vittime c’è anche la sua bambina tutto precipita, arrivano gli sciamani, cominciano gli esorcismi (quello lungo e centrale è una scena incredibile, dalla fattura magistrale e impensabile) fino al gran finale.
The Wailing è un film fiume, più che lungo “largo”, su una comunità che finisce nel baratro e un uomo che assiste a tutto questo impotente, su uno straniero che forse è colpevole di tutto, sulla ricerca di capri espiatori e anche sul male in quanto tale.
Giostrato su almeno tre protagonisti e tre filoni, con 4 atti al posto dei nostri soliti tre e una risoluzione finale tra il posticcio e il sublime, è un vero horror con tutti e due i piedi nel genere che usa quelle armi per parlare di umanità. La cosa migliore vista quest’anno. Arriverà in Italia con Movies Inspired.

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