La Disney cambia rotta?

Ha destato sensazione la notizia che la celebre major non sarebbe intenzionata a produrre il sequel di Ricatto d'amore, uno dei maggiori profitti del 2009. La ragione? In futuro, si punterà sul marchio e non più sulle star. Una rivoluzione?

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

La notizia la fornisce Claude Brodesser-Akner su Vulture e la riprende l'autorevole Patrick Goldstein del Los Angeles Times. Considerando che finora non è stata smentita, la prendiamo per buona. La Disney, sostiene Goldstein, non sarebbe interessata a produrre un sequel di Ricatto d'amore, pellicola che nel 2009 ha ottenuto nel mondo 314 milioni di dollari, a fronte di un budget di soli 40. Insomma, uno dei titoli più vantaggiosi usciti lo scorso anno e che normalmente darebbe vita subito a un sequel, peraltro con quella che è diventata (anche grazie a The Blind Side), la maggiore diva del momento.

La ragione di questo apparente controsenso? Un cambio di strategia totale da parte della Disney e del suo responsabile Robert Iger, che punterebbe a due tipi di film. I prodotti da circa 150 milioni di dollari di budget, pieni di CGI ma soprattutto dalle grandi possibilità collaterali grazie al merchandising (quindi prodotti Pixar e Marvel, comunque titoli che forniscano tante vie di reddito, comprese le attrazioni nei parchi di divertimento). O le pellicole non superiori ai 30 milioni di dollari con giovani (e poco costosi) talenti, in grado nel caso migliore di generare bei profitti e nel caso peggiore di non perdere pressoché nulla.

Tutto il resto, da quello che si è capito, non risulta molto interessante per la Disney. D'altra parte, se a livello cinematografico gli amanti della settima arte potranno rimanere perplessi, a livello commerciale il discorso fila. Basti pensare che, nel 2008, la Disney ha venduto prodotti in licenza per 30 miliardi (no, non è un errore) di dollari ed ecco che tutto assume un senso. Insomma, un sequel di Ricatto d'amore potrebbe anche portare dei begli incassi (che comunque non sono sicuri, senza contare le percentuali per la star Sandra Bullock), ma per quanto riguarda action figures, attrazioni per bambini e videogiochi non si può sperare granché.

Alla fine, mi viene da pensare che forse nel caso specifico si sia impegnati in una trattativa per non cedere troppo potere e soldi alla Bullock, ma che sarebbe stupido rinunciare a un progetto così promettente. Piuttosto, in generale mi chiedo: il mondo del cinema potrebbe vivere una rivoluzione? Goldstein non ne è convinto (soprattutto sull'idea di eliminare i rischi nella produzione cinematografica), ma personalmente mi domando se ci sono ancora star che garantiscono sempre dei successi. A parte Will Smith, in grado di far ottenere anche a una pellicola massacrata come Sette anime 168 milioni di dollari, io non ne vedo....

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