Provato - Call of Duty: Black Ops III
Un gustoso antipasto di Call of Duty: Black Ops III: la prova della beta multiplayer
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Il motto coniato per l’occasione da Treyarch è facile da memorizzare: specializzatevi. Chi segue il brand di Activision sin dalle sue origini lo fa già da anni, ma questa volta il tutto assume una dimensione più specifica, concreta e tangibile anche ai meno avvezzi allo spendere interi pomeriggi (o nottate) lanciando improperi nell’etere tra un deathmatch e l’altro. Al primo accesso alla beta ci è stato chiesto esplicitamente di scegliere quale soldato impersonare tra una lista di otto candidati. Oltre ai quattro sbloccabili solo dopo aver raggiunto il level cap necessario, abbiamo fatto la conoscenza di Ruin, un omaccione che non si separa mai dai suoi coltelli, Outrider, visibilmente poco attratta dalle serate in compagnia e con la testa coperta da un cappuccio, Prophet, il classico marine tutto d’un pezzo, Battery, una signorina dallo sguardo raggelante con una sinistra passione per gli esplosivi.
Al di là delle ovvie differenze estetiche, la scelta ha delle ripercussioni all’atto pratico visto che ognuno di essi gode di abilità specifiche. Sacrificando un Token, moneta di scambio con cui sbloccare armi, gadget e quant’altro, scoprirete che il primo gode di un devastante attacco in grado di mandare al tappeto uno o più nemici presenti nella stessa area; che la seconda è equipaggiata di un arco con frecce esplosive; che il marine stringe un’arma che emette scariche elettriche letali; che l’ultima preferisce farsi accompagnare da un lanciagranate con proiettili a frammentazione. Ogni abilità speciale è attivabile solo per pochi secondi e dopo aver riempito l’apposita barra, ma, per una volta, a beneficiarne saranno indistintamente tutti i partecipanti: è vero che le eliminazioni rendono il cooldown più breve, ma la ricarica è automatica e, dunque, garantita anche ai neofiti che passeranno più tempo ad aspettare il respawn che a riempire di piombo gli avversari.
[caption id="attachment_146291" align="aligncenter" width="600"] Già nella beta era possibile personalizzare le proprie armi con colori e loghi applicabili tramite un rudimentale editor: niente di trascendentale, ma pur sempre un’aggiunta stuzzicante.[/caption]
Al di là di questa sbavatura, il primo incontro con la guerra del futuro di Call of Duty ci ha restituito ottime impressioni. Posizionandosi a metà strada tra gli scontri tattici di Destiny (senza ritirare in ballo Battlefield) e quel Titanfall che già aveva ispirato il prequel, Call of Duty: Black Ops III sembra che possa riuscire là dove Advanced Warfare aveva tristemente fallito. Spogliati dei pesanti EXO, gli avatar scattano come schegge, scivolano per metri, si arrampicano con agilità e corrono sui muri potendo contare in qualsiasi momento sul doppio salto per raggiungere in tutta sicurezza piattaforme sopraelevate. Il gameplay, per dirla in parole povere, ha guadagnato ulteriore brio e ritmo, senza per questo eccedere nel caos indiscriminato. Complici le dimensioni ridotte delle tre mappe presenti nella beta, raggiungere una qualsiasi location era questione di pochi attimi a tutto vantaggio della frenesia e dei tempi morti ridotti all’osso. Naturalmente un approccio leggermente più tattico e accorto è ancora possibile, tanto più se si considerano i numerosi gadget e poteri speciali attivabili dopo aver ottenuto un certo punteggio. Tra nuovi pezzi sbloccabili per ogni arma, granate e Perk dai bonus di varia natura, persino ai livelli d’esperienza più bassi si può creare un loadout estremamente specifico e adatto al proprio stile di combattimento. Da questo punto di vista nessuna novità: tutto è come nei vecchi capitoli della saga e ormai gli sviluppatori sanno perfettamente come far venire l’acquolina in bocca al proprio pubblico.
Ciò che dà un gusto inedito ad ogni scontro è la quantità di ostacoli e pericoli a cui bisognerà prestare attenzione. Ci sono bombe di prossimità mobili, trappole, droni, software che possono manomettere le hud dei giocatori avversari. Soprattutto in modalità come Domination o Demolition, che presuppongono il raggruppamento di difensori o attaccanti attorno ad un unico target, non di rado si è spettatori di accesi, violenti ed esplosivi scontri a fuoco davvero emozionanti e trascinanti. Anche in situazioni del genere vengono fuori alcuni problemi di bilanciamento, la pistola per esempio è assolutamente inutile, ma a vincere è la frenesia, l’euforia per essere usciti tutti interi da una situazione disperata, il desiderio di riprovare certe sensazioni concedendosi una nuova partita. Difficile parlare di quello che sarà il design delle mappe, ma le tre proposte in questa beta ci hanno comunque convinto. In particolar modo ci ha colpito Evac: quella che più di altri dava modo di sorprendere i nemici nascondendosi negli anfratti o utilizzando saggiamente la corsa su parete.
[caption id="attachment_146290" align="aligncenter" width="508"] La grafica del multiplayer ci ha impressionati solo nella misura in cui non abbiamo notato alcun rallentamento degno di nota.[/caption]
Call of Duty è sempre il solito Call of Duty? La cadenza ormai annuale della saga non aiuta di certo ad abbattere pregiudizi e luoghi comuni, ma di vero c’è che Treyarch sembra essersene ormai fatta una ragione. Back Ops III fa ben poco per nascondere il suo debito nei confronti di Advanced Warfare (e di rimando a Titanfall), ma poco importa. La beta ci ha regalato molto divertimento, adrenalina e un po’ di sana competitività. Resta da vedere se i numerosi problemi di bilanciamento riscontrati, tra armi e abilità speciali, verranno eliminati in tempo per la release. Perché se è vero che basta avere scritto sul packshot Call of Duty per attirare una massa indistinta di potenziali compratori, il vero successo di un capitolo lo si determina sul lungo periodo. E da questo punto di vista tutto passerà da quanto il gameplay potrà offrire anche a chi, già dopo un paio di settimane, avrà raggiunto il level cap.