Provato - Destiny Alpha
Abbiamo provato la prima alpha privata di Destiny, il nuovo progetto di Bungie, i creatori della saga di Halo
Grazie alla divisione italiana di Activision abbiamo potuto mettere la mani sulla versione alpha di Destiny che Bungie ha lanciato durante l'E3 e, nell'ultimo week end, abbiamo passato un buon numero di ore in compagnia dei Guardiani, esplorando i resti di quella che, un tempo, era la nostra Terra.
Una volta avviato il gioco e installati gli aggiornamenti di rito veniamo posti davanti alla prima scelta, la classe del nostro personaggio: potremo decidere se essere titani, ovvero dei soldati molto corazzati, cacciatori, abili a mimetizzarsi, o stregoni capaci di dominare le misteriose energie cosmiche che attraversano ogni pianeta. Una volta presa la nostra decisione e personalizzato il protagonista saremo pronti a lanciarci all'esplorazione, trovandoci davanti quello che, un tempo, era il cosmodromo di Baikonur, antichissima (il gioco è ambientato nell'anno 2717) installazione militare risalente all'età dell'oro, ovvero ai giorni nostri. Una volta presa confidenza con i comandi - del tutto simili a quelli di qualsiasi altro sparattutto in prima persona - possiamo iniziare l'esplorazione: le ambientazioni di Destiny sono enormi e decisamente ispirate,
"Destiny riesce a mostrare fin dai primissimi minuti una sua personalità, immaginando una fantascienza rigogliosa e colorata"Destiny ha un approccio di gameplay molto particolare, giocando si ha infatti la sensazione di star partecipando a qualcosa di più grande di noi ma, tuttavia, Bungie ha evitato con molta intelligenza le classiche dinamiche da MMO: durante le nostre scorribande cosmiche, infatti, potremo essere affiancati da altri giocatori senza però che questa "compagnia" sia in alcun modo strigente: quando incontreremo nostri omologhi potremo decidere se unirci a loro oppure proseguire per la nostra strada e, allo stesso modo, non ci saranno obblighi di sorta per quanto riguarda la conclusione delle varie missioni. Inutile dire che collaborando si avranno possibilità di riuscita molto maggiori, tuttavia Bungie, anziché forzare i giocatori con goffe interazioni online, ha scelto una strada molto più sottile, costruendo i livelli e programmando i nemici in modo tale da "costringerci" a lavorare insieme senza però frustrare le ambizioni dei singoli giocatori. Se preferiamo esplorare da soli il mondo possiamo farlo, così come possiamo liberamente sacrificarci per il bene della nostra squadra: saremo liberi di decidere senza alcun tipo di imposizione dall'altro. Almeno per quanto riguarda questo codice alpha il sistema escogitato da Bungie funziona piuttosto bene, il netcode ci è sembrato decisamente stabile, pressoché privo di bug e a suo agio anche nelle situazioni più concitate. Dal punto di vista tecnico, invece, Destiny sfoggia una densità poligonale e ambientazioni più che immersive, soprattutto su console dell'attuale generazione; qualche scaletta di troppo, però, ci ricorda come il titolo sia nato con in mente pure Xbox 360 e Playstation 3, tuttavia l'ottimo design degli artisti di Bungie riesce a far dimenticare le (poche) incertezze che si incontrano percorrendo la terra devastata dai nostri antenati.
In definitiva questo primo contatto con Destiny ci ha convinti: la scommessa dei creatori di Halo sembra dare i suoi frutti e, per una volta, abbiamo davvero la sensazione di essere molto vicini a un giro di boa fondamentale per il mondo degli FPS. Attendiamo la beta e, a settembre, la versione definitiva del gioco per un parere più approfondito, tuttavia, per ora, il destino di Bungie ci sembra segnato.