[E3 2014] Anteprima - Homefront: The Revolution

Abbiamo visto in anteprima all'E3 di Los Angeles Homefront: The Revolution

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Con un approccio narrativo decisamente coraggioso ed intrigante Kaos Studios aveva immaginato per il suo sparatutto in prima persona Homefront un futuro ipotetico nel quale l'esercito unito delle due Coree aveva invaso gli Stati Uniti, conquistandoli grazie ad una superiorità tecnologica disarmante. Il 2025, nel gioco, era l'anno in cui gli USA per la prima volta provavano sulla loro pelle la conquista ed il gioco degli oppressori. Ma dove c'è oppressione, prima o poi sbuca la resistenza, anche se intanto il brand è passato dalle mani di THQ a quelle di Deep Silver, che ha affidato a Crytek UK il compito di farla esplodere."Fa davvero impressione vedere l'esercito un tempo considerato più forte del mondo ridotto a brandelli"

Quattro anni dopo l'invasione, la resistenza alza la testa, in Homefront: The Revolution. Si può controbattere alla superiorità tecnologica di un nemico solo con la conoscenza del territorio, con agguati che ne minino la sicumera, con tattiche di guerriglia, sperando che nel mentre il seme della libertà si sparga, le file dei patrioti s'ingrossino e l'invasore venga ricacciato dalle proprie terre. Homefront: The Revolution ha nelle intenzioni il racconto e lo svolgimento ludico di questo concetto, come è stato bene evidente da quanto mostrato in occasione dell'E3, in una presentazione a porte chiuse alla quale abbiamo partecipato.

È un impatto emotivo forte quello sul quale il gioco sembra puntare, perché fa davvero impressione vedere l'esercito un tempo considerato più forte del mondo ridotto a brandelli, il fiero popolo americano disperso e disperato, pronto a tutto pur di riconquistare il suolo natio. Anche a quello che una volta definiva terrorisimo. Perché è proprio a quello che si affidano i membri, ancora scarsi, della resistenza, a tattiche che mirano più a seminare paura tra il nemico, tentando di far sollevare nel contempo i propri patrioti; lo scontro aperto è fuori discussione. Occore utilizzare tutto quanto in proprio possesso: anche una macchina radiocomandata può diventare letale, se vi è dell'esplosivo atttaccato con del nastro isolante, e se viene fatta esplodere nei pressi di un checkpoint.

Intriga il pensiero di tutto quello che sarà possibile realizzare ed utilizzare, e che speriamo ludicamente sarà ben supportato, con situazioni frequenti e varie. Non deve però passare in secondo piano la componente shooter del titolo, perché sempre di un titolo FPS si sta parlando. L'ambientazione urbana, quella Philadelphia che fu luogo della firma della Dichiarazione d'Indipenza, e che ora può essere il punto dal quale ripartire verso una nuova libertà, quella dall'invasore straniero, suggerisce sparatorie intense e dinamiche, offrendo molteplici ripari e facendo esplodere scontri a fuoco da un momento all'altro, magari quando una pattuglia s'infila incautamente in una strada perfetta per un'imboscata. E da quanto visto non sembra suggerirlo solo a noi, ma anche agli sviluppatori.

Vale la pena spendere qualche parola sul comparto visivo del gioco, che pare già essere ottimo, ma che da qui alla sua uscita, prevista per il 2015, potrà essere ulteriormente migliorato. Homefront: The Revolution è uno di quei giochi che ha finalmente deciso di saltare la generazione passata, pertanto è in sviluppo per PC, PlayStation 4 e Xbox One, e Crytek (anche se stiamo parlando del team britannico, ex Free Radical, e non di quello tedesco) sa benissimo come utilizzare la potenza delle piattaforme con le quali lavora. E si vede.

Trovate un ulteriore commento sul gioco nel nostro videoblog:

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