The Defenders 1x04 "Il drago felice": la recensione
The Defenders chiude la prima metà di stagione con un episodio cruciale, importante per rivelazioni e alleanze decisive
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L'ambizione, o quantomeno l'obiettivo inevitabile, con una scrittura di questo tipo, deve essere sempre quello di tendere alla rappresentazione verosimile del personaggio piuttosto che del ruolo che interpreta. Questo, soprattutto con Iron Fist, non sempre è accaduto. Invece qui, complice anche un setting abbastanza normale che viene sfruttato tra battute e portate di cibo, si crea un clima più intimo e personale. Piccole tracce di umorismo giocano sulle caratterizzazioni che ormai ben conosciamo, sugli elementi che stridono tra i protagonisti, sull'eccezionalità della situazione. E nessuno è privilegiato o messo in disparte, ogni protagonista riceve il trattamento dovuto.
Ritorna quell'approccio visivo molto forte visto nel primo episodio e che era andato un po' calando. Il ristorante raccoglie tutti i colori preminenti e associati ai personaggi, e non è un caso nel momento in cui questo piccolo spazio diventa il luogo della nascita del gruppo. Non usciremo mai veramente da quell'ampio spazio, e anche quando lo faremo, saranno piccole parentesi dedicate ai ripensamenti di Jessica e alle macchinazioni dei villain. Stick in tutto questo è il Nick Fury della situazione, che arriva a mettere insieme un gruppo di supereroi per caso chiamati a risolvere un problema molto più grande di loro.
Qui termina la prima metà della miniserie The Defenders. Si conferma valida l'idea di giocare sull'evento-reunion in sé piuttosto che sulla costruzione di un intreccio elaborato e nel lungo periodo. In generale vince l'idea di lavorare sulla forza del momento piuttosto che sulla imponente, e talvolta respingente, struttura da blocchi da 13 episodi.