The Defenders 1x03 "Il comportamento peggiore": la recensione
The Defenders al terzo episodio mette in campo una delle nemesi stagionali, mentre il gruppo ormai si è quasi formato
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Da questo punto di vista, e il resto dell'episodio lo confermerà, The Defenders si presenta come una sorta di Iron Fist 1.5. Più denso, più allargato, più riuscito senza dubbio. Gli elementi della mitologia sono sempre presenti, il riferimento all'importanza di K'un-Lun, la missione dell'Iron Fist. A questo proposito, per la prima volta qualcuno oltre a Danny Rand riconosce l'importanza di questa figura. Sembra un'affermazione da poco, e invece è tutto nel momento in cui non è solo il personaggio ad elevare la propria importanza riaffermando continuamente la propria identità, ma sono i fatti esterni e le stesse nemesi a giudicarlo così.
Mentre l'episodio utilizza stacchi di montaggio che si affidano ai rumori di New York, l'incontro tra Jessica e Matt è quello che ci potremmo attendere. Lei scalpita per tornare alla libertà e risponde con cinismo alla pacatezza dell'altro. Addirittura scopre il suo segreto nel momento in cui, agganciandosi a John Raymond, giunge allo stesso collegamento con la Midland Circle, società di copertura della Mano a New York.
Tutto il segmento finale è molto riuscito. La contrapposizione di bene e male gioca per assimilazione e estensione del conflitto, assorbendo nella lotta sempre più contendenti e giocando sugli spazi ristretti dell'ambiente. Uffici, corridoi, ascensori. L'apparizione a sorpresa di Alexandra nel suo primo incontro con uno dei personaggi porta la tensione della scena ad un livello ulteriore. Si gioca sull'apparizione a sorpresa di Luke, sulla corsa frenetica di Matt per raggiungere gli altri, sull'apparizione di Elektra. Ancora una volta, il bianco alle pareti fonde idealmente tutti i colori dei personaggi mentre si danno il cambio con i diversi stili di combattimento contro la Mano.