I trend nelle serie TV: dai viaggi nel tempo alle serie militari
Per quale motivo ogni anno ci sono così tante serie TV che trattano lo stesso argomento? Analizziamo assieme questo fenomeno
E' il caso, per esempio, degli show ispirati ai viaggi nel tempo a partire da 12 Monkeys, che ha debuttato nel 2015, nel giro di poco tempo ci siamo letteralmente visti invadere da serie simile come 11.22.63, Legends of Tomorrow, Timeless, Frequency, Time After Time e Making History ed al gruppo potremmo aggiungere anche The Flash, considerata la passione del protagonista per le sue scorribande nel tempo.
E' quindi inevitabile che, in una stagione televisiva letteralmente invasa da serie tanto simili, gli ultimi show ad essere trasmessi finiscano per fallire. Per quanto l'argomento sia interessante ed i protagonisti affascinanti, veder ripetere sempre lo stesso schema narrativo verrebbe a noia a chiunque e serie come Time After Time e Making History ne sono la prova lampante, pur essendo stati entrambi creati da showrunner non estranei al successo. Kevin Williamson, per esempio, l'ideatore di Time After Time, è stato anche il creatore di successi come Dawson’s Creek e The Vampire Diaries (e anche di serie decisamente meno fortunate come The Following e Stalker) e pur essendo un uomo che conosce profondamente il mercato televisivo ed i suoi meccanismi, sembra essere curiosamente inconsapevole di questo fenomeno dei trend che ricorrono in TV. In occasione dei TCA (Television Critics Association), quando gli è stato domandato come mai la stagione televisiva appena conclusasi pullulasse di serie a tema "viaggi nel tempo", Williamson si è limitato a dare una risposta piuttosto vaga:
"Sapete, quando si comincia a sviluppare uno show, non si pensa mai che qualcuno stia avendo la stessa idea proprio in quel momento e credo ci si debba semplicemente limitare ad osservare le differenze tra serie TV dello stesso genere. Quindi sì, questi show sono accomunati dall'elemento dei viaggi nel tempo, ma Time After Time è concepito più che altro per essere una serie che parla del giovane H.G. Wells".
[caption id="attachment_229248" align="alignnone" width="600"] David Boreanaz, Neil Brown Jr. e Max Thieriot in una scena di SEAL Team, della CBS[/caption]
La cronaca, soprattutto quella politica, sembrerebbe un altro dei motivi addotti per cui - per esempio - nella stagione televisiva 2017-18, che debutterà come ogni anno a settembre, ci sarà un altro trend a farla da padrone, quello sugli show a tema militare. Secondo il critico televisivo Myles McNutt, considerato quanto nel bene e nel male il Presidente Donald Trump stia facendo parlare di sé, nei prossimi anni "cominceremo a categorizzare gli show in base al fatto se saranno stati complici o oppositori della presidenza di Trump".
Sicuramente la campagna nazionalista del neo eletto Presidente potrebbe essere vista come la causa di questa scelta, il suo "Make America Great Again" non nasconde di esser uno slogan che evoca immagini di eroi e sacrifici, proprio come quelli che compiono giornalmente i soldati. E a questo stimolo a cui chiaramente l'elettorato ha risposto e che è stato percepito forte e chiaro dai network, i produttori sembrano aver aderito in massa. La NBC debutterà infatti nella prossima stagione con il nuovo dramma The Brave, in casa The CW il pubblico potrà invece seguire Valor, mentre sulla CBS vedremo la nuova serie SEAL Team, show che - secondo i dirigenti del network - tra le nuove proposte del prossimo anno è quella che ha maggiori possibilità di rivelarsi un successo. History sarebbe invece interessata ad un progetto di Will Smith, Harlem Hellfighters, che racconta l'esperienza di un soldato di colore durante la I Guerra Mondiale, National Geographic sta producendo una miniserie in otto puntate sulla guerra in Iraq, dal titolo The Long Road Home, mentre Hulu produrrà e trasmetterà sulla sua piattaforma One Million Steps, un dramma militare che parlerà della guerra in Afghanistan basato su un romanzo scritto dall'ex assistente del Segretario della Difesa Bing West e, ovviamente, su USA Network, andrà in onda la seconda stagione di Shooter.
Secondo Tana Nugent Jamieson, vice presidente degli A+E Studios, il nuovo trend sarebbe invece nato dalla necessità di raggiungere una fetta di pubblico che era stato fino ad ora ignorata (la stessa probabilmente che diceva che avrebbe votato Trump, mentre la stampa americana sonnecchiava), pur ammettendo che ora, forse, ci sono però troppi show che tratteranno questo argomento:
"Ma guardate quante serie procedurali sui poliziotti esistono, è perché alla gente piace conoscere ogni sfaccettatura di un eroe", ha dichiarato la Jamieson a THR, mentre secondo l'amministratore delegato della NBC Entertainment, Robert Greenblatt, il motivo di questa scelta deriverebbe dalle tensioni internazionali che ormai si vivono da qualche anno a questa parte:
"Mentre guardiamo il mondo divenire sempre più inquieto a causa delle tensioni, questo genere di show potrebbe essere ben accolto per il senso di sicurezza che trasmette".
In mancanza di prove concrete, qualunque sia la vostra opinione in merito ai motivi che spingono gli autori ed i network a riversare sul mercato così tanti show che trattano il medesimo argomento, appare comunque evidente quanto sia fondamentale che tali serie arrivino sul mercato prima della concorrenza per sperare di attrarre l'attenzione del pubblico ed avere così successo. Allo stesso modo non sembra che i network siano interessati ad ammettere che esista effettivamente un problema di saturazione del mercato né che vogliano porvi rimedio, argomento che - peraltro - vale anche per la quantità di show che ogni anno vengono promossi a serie e non solo per gli argomenti trattati. Il messaggio comunque è chiaro, per il prossimo anno, preparatevi ad essere invasi da affascinanti eroi in divisa e, nel caso in cui il trend mimetico non sia esattamente il vostro genere, sappiate che potete comunque rifugiarvi nei viaggi nel tempo.