Sense8 – Stagione 2: abbiamo visto in anteprima i primi sei episodi!

Piccolo passo indietro sulle tematiche, una mitologia più strutturata: ma Sense8 rimane una serie sulla profonda connessione tra gli esseri umani

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C'è un momento specifico racchiuso in questi primi sei episodi della seconda stagione di Sense8 in cui, non potrete farne a meno, un sorriso sincero si allargherà sul vostro volto.

In quel momento (c'è un legame con la prima stagione), ma non è l'unico, la serie delle sorelle Wachowski riesce a toccare quelle corde segrete del cuore che hanno trasportato, e trasportano, questa serie dal versante sci-fi su altre rotte. Abbiamo potuto vedere i primi sei episodi della seconda stagione della serie Netflix e, possiamo dirlo, a due anni di distanza dalla distribuzione della prima annata (era il giugno del 2015), lo show non mancherà di soddisfare quanti avevano apprezzato quel racconto corale così particolare, tra connessioni quasi spirituali e un senso di profonda appartenenza all'umanità intesa come corpo unico.

Sono sei episodi piuttosto scorrevoli – certo, a patto di abbracciare lo stile particolare della serie – in cui rientriamo nelle vite degli otto membri del cluster. Avevamo già avuto un assaggio corposo di quanto era loro accaduto nel corso dello speciale natalizio di due ore che colmava il gap con la precedente stagione e introduceva nel cast Toby Onwumere nel ruolo di Capheus, recasting dopo l'abbandono di Aml Ameen. Ora lo rivediamo, e rivediamo anche Will, Sun, Riley, Nomi, Kala, Wolfgang e Lito. Sono sprazzi di vita che convergono stavolta verso un disegno più compiuto e strutturato, come se davvero ciò che abbiamo visto fino ad ora fosse solo una piccola storia di origini, la porta verso qualcosa di più grande.

Eppure Sense8 rimane quella serie capace di fare riferimento insistentemente e con caparbietà al proprio nucleo più intimo e umano. Rimane, costante nella produzione dei Wachowski, quel senso di profonda connessione tra gli esseri umani come mezzo per superare diffidenze e differenze e tendere verso qualcosa di più grande. Il coinvolgimento di Straczynski poi ricopre con un velo supereroico sottilissimo, quasi impalpabile, tutta la mitologia e il senso di evoluzione di questi eroi per caso, che si vogliono sinceramente bene e lottano l'uno per l'altro.

In generale però le tematiche storiche della serie, una su tutte il superamento dei pregiudizi (Lito e Nomi sono molto importanti in questo) fanno un passo indietro, ed è forte la sensazione di un racconto che prende un certo slancio verso orizzonti lontani. Vediamo membri di altri cluster, vediamo un mondo nascosto che emerge tramite organizzazioni segrete, soggetti che da tempo hanno imparato a utilizzare i loro poteri al meglio, diverse fazioni, una storia che affonda molto negli anni precedenti.

Sense8 vive così, nel bilanciamento tra questi due elementi, ora tendendo verso quella che sarebbe la naturale evoluzione di un racconto, la presa di coscienza di eletti che, come Neo, abbracciano la loro missione, ora facendo un passo indietro, traendo forza dal semplice piacere di un racconto umano che, come in Cloud Atlas, smentisce quei limiti, quelle "convenzioni in attesa di essere superate".

La seconda stagione di Sense8 uscirà su Netflix venerdì 5 maggio.

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