Legends of Tomorrow 2x14, "Moonshot": la recensione

La nostra recensione del quattordicesimo episodio della seconda stagione di Legends of Tomorrow, intitolato "Moonshot"

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Spoiler Alert
Nel quattordicesimo episodio della seconda stagione di Legends of Tomorrow, intitolato Moonshot e diretto da Kevin Mock, i protagonisti giungono nella Houston del 1970 infiltrandosi nel Quartier Generale della NASA, dove Commander Steel, ex membro della JSA e custode dell'ultimo frammento della Spear of Destiny (Lancia del Destino), si è nascosto come addetto ai lavori del programma spaziale della missione Apollo 13. Purtroppo però, Eobard Thawne, l'Anti-Flash, ha anticipato gli eroi, entrando a far parte dell'equipaggio diretto verso la Luna.

La corsa contro il tempo - e contro la Legion of Doom - delle Leggende sta vivendo le sue eclatanti battute finali: la missione è quella di mettere le mani su quanti più frammenti possibile della Spear of Destiny, mistico artefatto in grado di modificare la realtà, che Rip Hunter in passato ha scorporato, affidando ad alcuni membri della Justice Society of America un pezzo diverso, così che questi potessero nasconderlo tra le pieghe del tempo. L'ultima tappa di questa avventura vede i protagonisti giungere nell'America degli anni Settanta, dove si è verificata l'ennesima alterazione temporale: contrariamente a quanto accaduto nella Storia narrata sui libri di testo, infatti, la missione Apollo 13 non è stata abortita prima del lancio, e a bordo dello shuttle c'è anche uno dei villain delle Leggende, prossimo a mettere le mani sull'ambito trofeo - nascosto da Commander Steel proprio sul satellite terrestre.

Da queste premesse prende il via un rocambolesco viaggio nello spazio, del quale Ray Palmer è assoluto protagonista, mentre Amaya e Nate devono riflettere sulla domanda primaria di ogni storia che si rispetti che abbia a che fare con il viaggio nel tempo: cambiare o abbracciare il futuro?

Senza troppe difficoltà, Moonshot può essere valutato come il miglior episodio di sempre della serie TV Legends of Tomorrow - tra quelli mandati in onda sinora. In aggiunta agli elementi che sono oramai divenuti canonici dello show - una rivisitazione "pittoresca" della storia e la tendenza dei personaggi, così come degli showrunner, a non prendersi troppo sul serio, puntando spesso sull'(auto)ironia - in questo capitolo possiamo constatare come si sia lavorato benissimo a livello di scrittura della storia, e successivamente in termini di regia, scenografia e montaggio, tanto che la differenza con quanto abbiamo visto nelle ultime settimane è francamente lapalissiana.

La narrazione messa in atto in Moonshot è coerente, dettagliata e molto solida: questo episodio ha difatti una storia avvincente e interessante, che gioca intelligentemente con una vicenda realmente accaduta, la quale viene modificata tanto semplicemente quanto efficacemente. Apprezzabile, inoltre, il lavoro fatto sui - tanti - personaggi che partecipano all'avventura, ognuno dei quali trova il proprio spazio e la giusta "voce"; In questo senso, si guardi alla caratterizzazione psicologico-attitudinale di Eobard Thawne, il quale quasi improvvisamente diviene un villain di spessore, e non una mera macchietta: in un momento storico in cui anche i cinecomics più noti e attesi, veri e propri blockbuster, spesso peccano sotto questo profilo, quella di Moonshot è una vera e piacevole sorpresa. Più in generale, è tutto il cast a offrire un'interpretazione degna di lode.

Di buon livello sono la regia e il montaggio dell'episodio, in grado di gestire al meglio le inquadrature e i tempi del racconto, così come distinto è il lavoro fatto in termini di scenografia e coreografia - specie delle sequenze che si svolgono a "gravità 0", davvero ben congegnate ed eseguite. Se Legends of Tomorrow riuscisse a mantenere sempre questo livello, sarebbe sul serio "tutta un'altra storia".

Moonshot è anche infarcito di molteplici citazioni di diverse pellicole, che si sposano tutte armonicamente all'interno della narrazione: partendo ovviamente dal film Apollo 13, diretto da Ron Howard, del quale ricalca ambientazione ed estetica, passando per la parodia del Matt Damon protagonista di Sopravvissuto - The Martian (diretto da Ridley Scott) messa in atto da Ray Palmer, sino all'esilarante "cover" di Day-O (Banana Boat Song), brano musicale che accompagna una sequenza cult di Beetlejuice - Spiritello porcello, storico lungometraggio di Tim Burton. Ciliegina sulla torta che rende questo capitolo molto gustoso è l'incipit di Also sprach Zarathustra (Così parlo Zarathustra), noto poema sinfonico di Richard Strauss - presente in diversi film, come 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick - che risuona in tutta la sua dirompenza ed epicità durante l'atterraggio lunare di Atom.

Di contro, non vi sono grandi rimandi all'Universo DC a fumetti, eccezion fatta per il riepilogo delle azioni pregresse dell'Anti-Flash, narrate nei comics così come nella prima stagione della serie TV The Flash.

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