Vikings 4x14 "In the Uncertain Hour Before the Morning": la recensione

La recensione dell'ultimo episodio di Vikings, intitolato In the Uncertain Hour Before the Morning

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Spoiler Alert
Questa seconda parte della quarta stagione di Vikings procede nel solco dei cambiamenti e dei ripensamenti. Nuovi equilibri, nuovi personaggi, nuovi conflitti che si fanno strada spesso sulla pelle dei personaggi storici dello show. Qualcuno ci lascia, e l'impressione è che non sarà l'ultimo. Accantonata, anche giustamente, dato il lungo viaggio e la necessità di dare l'impressione della distanza, la storyline di Bjorn, Floki e Rollo, la serie di History Channel si concentra su quanto rimane. Che non è poco.

A Kattegat si completa il passaggio di consegne tra Lagertha e Aslaug, che avviene nel modo più traumatico possibile. Il peso della morte grava su una serie di personaggi, e da più di un episodio, e la regina è la prima a lasciarci, colpita alle spalle – ma in realtà sembrava aspettare la fine – proprio dalla rivale di sempre. Lo scontro tra le due donne forti della serie si completa nel modo più violento. Senza scudi o affetti comuni a dividerle, ogni motivo di contatto lontano, ogni pretesto per la tregua dissolto, Lagertha si è lanciata, chissà quanto influenzata da Astrid, nel reclamare ciò che tanto, forse troppo, tempo fa le apparteneva.

Essendo passato proprio così tanto tempo, la sua pretesa ha il sapore di una conquista esterna senza troppa giustizia, e l'equilibrio appare ben lontano. Ubbe e gli altri, incerti anche sulla sorte del padre, non possono far altro che iniziare a considerare l'idea di lottare per ciò che appartiene a loro. Aslaug se ne va senza troppi rimpianti, convinta di aver vinto la battaglia della storia e della leggenda. Sarà lei la madre di quasi tutta la progenie di Ragnar, dei guerrieri destinati alle grandi cose. Poco o nulla la legava ancora al mondo, e d'altra parte anche i suoi figli condividono questo punto di vista.

Accarezza la morte, ma lui lo fa da molto tempo, anche Ragnar. In questo caso la sua morte sembra davvero prossima. Catturato, ma sarebbe più giusto dire che si è consegnato, incontra dopo molti anni re Ecbert. E l'incontro è diverso da quello che potremmo aspettarci. Poche minacce, poche divisioni, nemmeno le sbarre li divideranno a un certo punto. In un clima di confidenze e complicità ad emergere saranno invece i punti in comune, la generale stanchezza di due uomini che sentono di aver fatto il loro tempo (tornerà anche il fantasma di Athelstan). Uno accarezza la morte, l'altro la fugge, ma il potere, i riti, le tradizioni si sciolgono intorno a loro, mentre fanno a pezzi l'idea del divino a parole, cercando un significato che forse non c'è.

Vediamo Magnus. Non una memorabile apparizione la sua. In realtà non è mai stato un personaggio importante di per sé, tutto il suo valore è proiettato da altre persone a causa della sua provenienza.

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