Finalmente il quinto episodio di
The Man in the High Castle dedica maggiore spazio al ministro
Tagomi ed alle sue visite in una realtà alternativa. Pur non spiegando ancora come l'uomo riesca a viaggiare tra i due mondi, questa volta il Ministro si sofferma molto più a lungo nella "
nostra" realtà e soprattutto incontra l'amata moglie
Michiko, la quale però non sembra molto contenta di vederlo bussare alla porta della loro casa. Quando infatti la donna lo vede, si limita a dirgli che c'è del cibo in frigorifero che può mangiare prima di lasciarlo solo ad aggirarsi in una strana casa con oggetti di uso comune che per lui sono una totale sorpresa.
Tagomi non si limita inoltre a rimanere in casa, ma decide anche di girare per le strade di questa San Francisco così simile eppure così diversa dalla sua, fino a che non entra in una libreria e trova un libro di fotografie sulla II Guerra Mondiale nel quale, sgomento, apprende del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, comprendendo come, anche in questo mondo che lui sperava essere migliore di quello da cui proviene, la tragedia abbia comunque duramente colpito il suo amato paese. Tutta la sequenza è profondamente toccante e mostra questo riflessivo personaggio fare una serie di sorprendenti scoperte nel quasi più totale silenzioso, con solo il suo cuore che batte all'impazzata a fare da sottofondo alla vista di sua moglie o il suo lamento di disperazione quando capisce che anche questa realtà ha visto lo stesso genere di distruzione della sua. Tutto intorno a lui continua invece a scorrere come se nulla fosse, dalla televisione che annuncia notizie e riporta le novità sulla crisi dei missili cubani, alla folla per strada, apparentemente ignara dello sconvolgimento interiore che l'uomo sta vivendo. Quando poi, affranto,
Tagomi - nella scena finale dell'episodio - tornerà a casa, troverà ad attenderlo il figlio furioso per il suo ritorno che lo accusa di non voler lasciare in pace la madre e che, infine, chiamerà la propria moglie, per annunciarle il ritorno del padre. Dalla cucina, in un finale totalmente a sorpresa, vediamo così uscire
Juliana con in braccio un bambino. La sua presenza nella vita del Ministro ci aiuta in qualche modo a capire perché tra i due fosse nato, quando
Juliana lavorava presso di lui nella scorsa stagione, quell'inspiegabile rapporto di fiducia basato su ragioni che allora ancora non potevamo comprendere.
A New York, la "vera" Juliana sta vivendo una vita decisamente più pericolosa di quella della sua controparte. La donna si incontra infatti con George Dixon e gli racconta che l'uomo nell'alto castello lo sta cercando e come lei sia lì per quel motivo. Di fronte a queste rivelazioni, George fa un segno ai suoi compagni della Resistenza impedendo loro di ucciderla per aver aiutato Joe a fuggire ed aver consegnato il film ai nazisti un gesto che - ovviamente - avrà però un prezzo. Considerata infatti la sua nuova posizione e la sua vicinanza alla famiglia di John Smith, Dixon le impone di spiarne le mosse ed eventualmente, quando e se le verrà chiesto, di ucciderlo, una richiesta che, almeno per il momento, Juliana è costretta ad accettare pur essendo cosciente dei rischi che questo comporti per lei.
"C'è ancora qualcuno che vede i bambini di Lebensborn come dei prescelti, la progenie del Führer"
A Berlino le cose per
Joe Blake non sono meno complicate, dopo che
Martin Heusmann gli ha infatti impedito di lasciare la città, Joe - o
Josef come lo chiama l'uomo con perfetto accento tedesco - viene accompagnato da lui presso una costruzione ormai in rovina e, camminando per quelle stanze disabitate, il padre comincia a raccontargli una storia. Le cliniche ostetriche Lebensborn, come quella in cui si trovano loro, erano luoghi in cui donne attentamente selezionate venivano scelte per partorire e crescere i loro bambini seguendo gli ideali del partito nazista, con lo scopo di creare la futura élite delle SS. Un'élite di cui lo stesso Joe, nato proprio in quel luogo, avrebbe dovuto far parte. La notizia sconvolge completamente, e comprensibilmente, il giovane al quale, dalla madre, era sempre stata raccontata una versione delle sue origini ben diversa dalla storia che gli sta rivelando ora quest'uomo pressoché sconosciuto che lo tratta con un affetto mai mostrato prima negli anni passati. Ciò nonostante
Joe si troverà comunque a credergli, soprattutto dopo che il padre gli rivelerà che, l'anno dopo la sua nascita, è stato rapito da sua madre che lo ha portato in America e lui stesso, resosi ormai conto di quanto il programma sui bambini di Lebensborn fosse sbagliato, avesse deciso di non riportarlo indietro per tenerlo al sicuro con sua madre. La storia di Joe e delle sue origini, grazie a questo importante tassello, si fa così decisamente interessante e rende più intrigante il personaggio, ma la sensazione è che la trama a lui dedicata sia troppo distaccata da quanto accade nel resto dello show, come se
Joe fosse troppo lontano dall'azione che si sta invece compiendo tra New York e San Francisco. Quando infatti il ragazzo accetta "
solo per qualche giorno" di restare ancora a Berlino ospite del padre, da spettatori la sensazione che si prova non è esattamente positiva. Joe deve tornare a New York, perché lì
Juliana sta lottando da sola per la sua stessa vita contro un nemico potente e spietato come l'
Obergruppenführer John Smith, un uomo che deluderà le aspettative di Joe stesso, quando lui gli dirà di aver sempre saputo la verità sulla sua nascita, dopo aver saputo la sconvolgente verità sulle sue origini. Ma - sopra ogni cosa - abbiamo ormai bisogno, giunti a metà della seconda stagione, di sapere a chi Joe finirà per giurare fedeltà: al Reich che suo padre rappresenta, soprattutto ora che ha scoperto che l'uomo non è l'essere indifferente e crudele che pensava egli fosse, o a
Juliana, una donna insieme fragile e forte che per salvarlo ha messo a repentaglio la sua stessa sicurezza, ma che crede in ideali diversi da quelli a cui lui è stato educato a credere?
Note sparse:
- Nell'episodio Lem porta a termine una fondamentale missione, incontratosi con Hawthorne Abendsen, lo porterà infatti via dall'hangar in cui si rifugiava con poche delle sue pellicole subito dopo che l'uomo nell'alto castello avrà dato fuoco a tutta la sua preziosa collezione di film che promette però di avere tutte ben catalogate nella propria memoria;
- L'ispettore Capo Kido si presenta da John Smith per richiedere che Juliana venga loro consegnata, l'obergruppenführer ovviamente rifiuta e Kido non sembra prenderla troppo male, i due poi avranno un colloquio di cui nemmeno il pubblico conoscerà i contenuti e John Smith chiederà al seuo segretario di cancellare ogni traccia della visita di Kido quando questo di congederà.