The Good Place 1x01 – Pilot, 1x02 – Flying: la recensione

La nostra recensione della premiére di The Good Place, la nuova comedy della NBC con Kristen Bell e Ted Danson

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Spoiler Alert
Dalla mente di Michael Schur (Parks and Recreation, Brooklyn Nine-Nine) arriva su NBC The Good Place, comedy con protagonista Kristen Bell assieme a Ted Danson: la serie racconta dell’arrivo per sbaglio di Eleanor Shellstrop in un Aldilà in cui si contrappongono un “good place”, la parte buona per le persone che hanno condotto una vita di buone azioni, e il “bad place”, di cui è meglio non parlare.

L’inizio di questo doppia premiére (40 minuti anziché la canonica ventina) vede Eleanor trovarsi direttamente al cospetto di un sorridente Ted Denson, che interpreta Michael, l’architetto di questa versione del “good place”. A Eleanor viene spiegato come funziona la sua nuova vita eterna, dove tutto è armonioso e colorato, ci sono ovunque yoghurterie e tutto è progettato per essere a misura dei desideri del defunto: così la ragazza apprende che l’esistenza degli esseri umani è “pesata” sommando tutte le azioni compiute nel corso della vita, alle quali sono assegnati punteggi positivi (buone azioni) o negativi (cattive azioni), e poi riceve una casa, idealmente costruita secondo i suoi gusti, e un’anima gemella, anch’essa “calcolata” senza possibilità di errore, e che si concretizza in Chidi Anagonye, studioso di etica e filosofia morale. Peccato che Eleanor non sia affatto l’avvocato dal cuore d’oro impegnata nella lotta per i diritti civili che Michael pensa che sia, bensì un’egoista e viziosa ragazza qualunque, con un lavoro discutibile e un’attitudine verso l’universo esattamente opposta all’onestà e all’altruismo. Risulta quindi in character che Eleanor si guardi bene di rivelare a Michael che c’è un errore, ma è costretta a dirlo a Chidi, comunque solo dopo essere certa che per motivi “etici” lui non proferirà parola. La sua stessa presenza fuori posto provoca però disastri ed eventi inspiegabili degni di una punizione biblica: tutto ciò che di sbagliato dice e fa sembra concretizzarsi in bizzarri vestiti, animali giganti e piogge di oggetti, creando degli scompensi che Michael non riesce a spiegarsi se non colpevolizzandosi e deprimendosi. La soluzione per Eleanor è farsi insegnare da Chidi ad essere una persona migliore: dopo molti dubbi e tentennamenti alla fine Chidi acconsente, avendo visto all’opera anche una parte vagamente buona di Eleanor…

Le idee comiche migliori si concentrano all’inizio dell’episodio, senza dubbo la parte più divertente: dalle domande di Eleanor su quale religione abbia colto più da vicino il senso dell’Aldilà (risposta: tutte più o meno il 5%) al guru lisergico Doug Forcett, ai filmati di orientamento in cui Michael spiega come funziona il meccanismo di calcolo dell’ammontare di buone o cattive azioni. Degno di nota il fatto che gli autori abbiano avuto cura di rappresentare l’Aldilà come un luogo altamente multietnico e diversificato, con coppie di anime gemelle di qualsiasi tipo. Il seguito presenta qualche debolezza che può rimediarsi col passare delle puntate, ad esempio finora i personaggi secondari non spiccano particolarmente, ma si intravede anche un rischio strutturale: ovvero l’appeal non proprio sicuro e immediato della centralità del percorso per diventare una persona migliore, con tanto di regole un po’ banalmente da Aristotele, Kant e compagnia, e qua e là i flashback della condotta riprovevole di Eleanor in vita.

Tuttavia Kristen Bell appare una scelta di casting azzaccata, e ci sono abbastanza spunti interessanti – un Aldilà originale, il tema della scheggia impazzita che costringe un universo apparentemente perfetto a fare i conti con l’imperfezione – a decretare una prima impressione mediamente positiva.

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